Il viaggio di Dorothy nel mondo di Oz come allegoria dell’animo umano
Le scarpette rosse di Dorothy e il suo viaggio lungo il sentiero dorato compiono il loro ottantesimo compleanno. Ad oggi, il mago di Oz, risulta tra i film più influenti di sempre. Ma cosa si nasconde dietro al metaforico viaggio di Dorothy, la bambina “scappata” dal Kansas e catapultata nel meraviglioso mondo di Oz?
Rileggere un libro di storie per bambini con gli occhi di un adulto apre nuovi spiragli e diverse visioni della trama. Interpretando il mago di Oz in chiave psicologica e pedagogica possiamo riflettere sulla necessità che abbiamo di valorizzare il nostro io interiore, invece di cercare sempre fuori da noi ciò di cui abbiamo bisogno.
Così il viaggio di Dorothy alla ricerca del grande e potente mago di Oz, attraverso il sentiero dorato, si trasforma in un viaggio interiore. Il regno immaginario di Oz diventa metafora di quel luogo intimo dove ogni uomo rielabora le proprie esperienze personali, così come farebbe nello studio di uno psicologo.
Così i tre personaggi che Dorothy incontra sulla strada verso la città di Smeraldo, diventano il simbolo di tre aspetti distinti della personalità umana.
Lo spaventapasseri che vorrebbe avere un cervello, può rappresentare la ricerca della libertà di pensiero e di azione così come l’uomo di latta, che non ha un cuore, potrebbe essere assimilabile a tutti coloro che sono incapaci di amare, di provare passioni e di emozionarsi.
Anche il leone sprovvisto di coraggio, impersona l’incapacità dell’uomo di cogliere le situazioni, di mettersi alla prova e di saper rischiare.
Tutto il viaggio dei personaggi ha come scopo quello di esporre al mago di Oz i loro desideri e di avere le risposte alle loro domande. Il mago di Oz può rappresentare il dominio dell’ego sulla coscienza. Quest’ultimo dinnanzi alle richieste dei personaggi non può fare a meno di ammettere la propria impotenza nel realizzare i loro desideri. Gli dimostrerà però che in essi possiedono già tutto ciò che cercano, il segreto sta nel fare i conti con il proprio Ego e le proprie paure, sconfiggerle e superarle.
Ebbene è solo in questo modo che l’uomo prende coscienza delle proprie potenzialità e, abbattendo le proprie “barriere mentali”, può superare i suoi limiti e affrontare il mondo con spirito costruttivo.
E così il racconto acquista un significato più profondo, più intimo: ogni persona ha l’esigenza di seguire un percorso che la porti alla consapevolezza di chi è realmente, ma ciò può avvenire solo superando il frustrante desiderio di ciò che si vorrebbe essere, accettandosi e cercando di migliorarsi ogni giorno. Bisogna, insomma, essere capaci di riuscire a vedere dentro di noi la vera luce, sognando un mondo diverso, migliore.
Forse una storia non avrà tutte le risposte, ma a tal proposito cade a pennello una frase di Gianni Rodari: “Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.”