“Guardate la Pietrasanta, vedrete una chiesa. Entrate dentro, vedrete la bellezza” (Raffaele Iovine)
Per chi è amante di leggende popolari o storie impostate su spiriti infelici, deve conoscere la storia della Pietrasanta. La chiesa si trova a via dei Tribunali n°18 alla piazzetta Pietrasanta, raggiungibile tramite la Linea 1 della metropolitana, fermata Piazza Dante.
La basilica costruita nel lontano VI secolo, ha superato nel tempo terremoti, bombardamenti, incurie e inciviltà e oggi si regge ancora in piedi in tutto il suo splendore. In questo modo continua ripetutamente ad annientare un suo grande nemico: il diavolo.
La tradizione, infatti, vuole che all’epoca, nel luogo dove sorse la chiesa, ci fosse il demonio. La sera, nelle sembianze di un maiale inferocito, era solito spaventare i napoletani con i suoi grugniti. A inasprire la situazione era il cattivo odore e la turpitudine del luogo, trattandosi in origine dell’immondezzaio della città.
I napoletani, dunque, stanchi di essere terrorizzati, chiesero aiuto al vescovo della città: San Pomponio. Fu proprio lui a fondare la chiesa, su una pietra mostratagli dalla Vergine Maria, dalla quale deriva oggi il nome. Si narra ancora che in molti si recassero a baciare proprio questa pietra, la quale era collocata vicino una tavola di marmo. Qui, vi era scritto che la pietra era stata santificata da Papa Giovanni II e che inoltre il pontefice avrebbe donato numerose indulgenze a quanti avessero pregato chinati sulla pietra. Sicuramente ciò contribuì a migliorare il luogo, permettendo ai napoletani di passeggiare spensierati in quella che oggi è sicuramente una grande meta turistica.
Tuttavia, i partenopei temevano di perdere questa ritrovata serenità. Dunque, da ferventi scaramantici, organizzavano feste o rituali in cui si uccideva una porchetta. Ovviamente tutto in onore del vescovo e della sua grande impresa. Inoltre, sempre per allontanare il pericolo, si organizzavano pellegrinaggi verso il duomo di Napoli. L’organizzazione era affidata all’allora abate della chiesa, che donava all’arcivescovo una porchetta uccisa nella sua chiesa. Altro elemento a conferma della leggenda – così si legge su molti libri antichi – era una “porchetta in bronzo” situata sull’alto campanile della basilica, col tempo purtroppo andata persa. Che ci fosse lo zampino del diavolo vendicatore?
Sappiamo infatti che il diavolo non si arrende così facilmente o perlomeno così si pensava all’epoca. La chiesa infatti ha avuto nel tempo varie problematiche di assestamento, dovute dal sottosuolo probabilmente non adatto per delle costruzioni così grandi. Inoltre, non sono mancati terremoti o inondazioni che hanno rovinato molte opere all’interno della chiesa, tra cui soprattutto quadri. E infine, a peggiorare la situazione, un proiettile di artiglieria distrusse la volta tra l’ingresso e la cupola. Sono seguiti ovviamente molti restauri e per un periodo di tempo la chiesa è rimasta chiusa. All’epoca furono in molti a dare la colpa a Lucifero, poiché si credeva fosse tornato nelle sue vesti da maiale a terrorizzare la città. Oggi, lontani da quei pensieri pestiferi, in via dei Tribunali si gode ancora della sua amenità.
La riapertura, il 21 giugno 2007, è stata un giorno di festa per i napoletani. Tuttavia, i lavori al suo interno sono continuati e terminati definitivamente nel 2017. Sono stati anni di restauro e valorizzazione di ogni suo ambito. Protagonista in questa impresa è stata l’associazione Pietrasanta, divenuta Onlus nel 2018. Tramite questa, la basilica è diventata attrazione di turisti e cittadini. Pur non essendo più adibita al culto, offre ugualmente la possibilità di effettuare alcuni percorsi al suo interno, come ad esempio «Lapis Museum» e «Sogno d’amore», lo stesso sogno provato dai molti turisti in visita in questa chiesa, la cui storia antica è immersa tra folclore, magia e misticismo.