Un diversamente abile di appena 16 anni duplica il modello più grande del Titanic
A volte ci chiediamo quali sono le capacità di un invalido, ma nessuno si sa dare una risposta concreta. Infatti, spesso, si è riluttanti nel confrontarsi con i diversamente abili e con i loro cari per il timore di sbagliare approccio, di fare strafalcioni, di non riuscire a capire come comportarsi, cosa dire o fare. La storia di un ragazzo islandese, però, che vi raccontiamo, siamo certi vi darà tanti spunti per riflettere.
Brynjar Karl Birgisson soffre di autismo, un disturbo del neuro sviluppo, che provoca disordine neuropsichico, problemi nella capacità di comunicare, di entrare in relazione con le persone e di adattarsi all’ambiente.
Eppure Karl è riuscito in un’impresa a dir poco “titanica”: ha costruito il modello più grande del mondo del famoso transatlantico, solo con i mattoncini della Lego.
Questo speciale costruttore, infatti, ha una sfrenata passione per le costruzioni, dovuta soprattutto ai colori dei piccoli mattoncini. Il progetto della nave inizia all’età di 10 anni, in un momento di forte solitudine ed isolamento.
Per duplicare il “mostro” che ha fatto storia americana, il ragazzo si è servito di 65 mila pezzi di lego più 120 tubetti di colla. L’azienda Lego, la quale è venuta a conoscenza dell’impresa senza precedenti, ha praticato un po’ di sconto al ragazzo, dandogli la possibilità di concludere la sua opera di 8 metri di altezza, la più grande al mondo mai realizzata.
Tale il successo, che il modello è stato esposto in Germania, Islanda, Svizzera e Stati Uniti, e, fino a dicembre 2019, resterà in mostra nel museo del Tennessee.
Oggi, quel ragazzo timido ed introverso, confuso e riservato, più a causa della malattia che dei suoi tratti caratteriali, è una persona nuova. L’esperienza che ha vissuto e che sta ancora vivendo lo ha aiutato a svincolarsi dalle oppressive conseguenze in cui costringe un disturbo come il suo, ovviamente ciò con non poche difficoltà. Come lui stesso afferma : “Ora riesco a stare con tante persone diverse, a sostenere interviste e salire sui palcoscenici. I mie amici mi considerano come un vero amico, non ho più l’insegnate di sostegno, riesco a studiare da solo e i voti a scuola sono migliorati.”
La strada per raggiungere una completa indipendenza è tutta in salita e, probabilmente, senza capolinea, ma Brynjar Karl Birgisson sa finalmente che quella è una strada che merita di essere percorsa, con impegno e sacrificio, perché può regalare scenari mozzafiato ed albe suggestive.