Rino Gaetano: l’artista senza tempo

Rino compie 69 anni e la sua musica si conferma immortale

2 Giugno 1981. Nel quartiere di Montesacro a Roma, un auto finisce contro un camion proveniente dalla corsia opposta. A bordo di quell’auto c’era il noto cantautore 31enne Rino Gaetano.

Sin da bambino Rino aveva una passione innata per la musica. Di modeste origini, trasferitosi con la famiglia a Roma a soli dieci anni. In quella città d’arte dove crebbe e visse (anche se troppo poco), diventando un personaggio “mitico”, “anticonformista”, ma senza disprezzo per un mondo sostanzialmente deformato e ingiusto. Sempre “pronto a divertirsi e far divertire amici e conoscenti”, come ricordano gli amici stessi.

L’obiettivo musicale di Rino non era diventare, come i suoi coetanei e amici Venditti e De Gregorio, una star della musica italiana; ma semplicemente voleva raccontare il vero, attraverso quella che era la sua passione: la musica.

Infatti non si pose mai in atteggiamento di “compromesso”, tanto più che all’epoca pezzi e spezzoni di testi gli venivano puntualmente tagliati e censurati.

Questo perché il suo essere ironico, tagliente, ma al tempo stesso consapevole che “l’Italia è quella che è”, faceva sì che nei testi delle sue canzoni la critica ai problemi nazionali venisse fuori con leggerezza, suscitando il sorriso compiaciuto di chi l’ascoltava. Portava nei suoi testi una sorta di “Cabaret” che lasciava trasparire, sotto l’apparenza di un cantante scherzoso, una visione del mondo tanto profonda da far invidia ai grandi pensatori.

Alienazione, emarginazione, solitudine, povertà, denuncia sociale. Questi e tanti altri sono i temi protagonisti delle canzoni di Rino Gaetano.

La sfida di Rino era parlare anche di argomenti drammatici e importanti, come la solitudine, riuscendo a mostrare una realtà che va oltre le apparenze, in uno stile e un linguaggio nuovo e spiazzante.

Ad esempio:

“Mio fratello è figlio unico” è un lamento di solitudine, che condensa i controsensi e le assurdità dell’esistenza. Il fratello figlio unico è una voce fuori dal coro, perchè non crede nel buonsenso popolare, non cede alle mode. E’ l’escluso, l’emarginato della società, ma è una persona normale, uno qualunque.

Rino in “Aida” è riuscito a tracciare con il suo stile, l’immagine dell’Italia, dal fascismo alle guerre, dal dopoguerra agli scandali. Aida sfoglia i suoi ricordi che non sono però ricordi dolci. Ma, nonostante la visione tragica delle guerre, degli stermini, Rino nel ritornello mette fine a queste tragedie e sofferenze celebrando con un urlo liberatorio la bellezza dell’Italia.

“Nun te reggae più”, è una sorta di catalogo dove Rino denuncia i personaggi corrotti della politica e dello spettacolo. Uno sfottò in cui Rino appare ormai stanco della società contemporanea, “dei ministri puliti e dei buffoni di corte”,”dei ladri di stato” ,”evasori legalizzati e del grasso ventre dei commendatori”. Rifiuta tutti i manager di radio e tv come lui in precedenza aveva rifiutato case discografiche e programmi televisivi, così da aggiudicarsi l’aggettivo di “anticonformista”.

“Agapito Malteni il ferroviere”. E’ la storia di un uomo che vuole dirottare un treno per protesta. Rino si serve di una descrizione dettagliata dei suoi personaggi, soltanto perchè quel personaggio in realtà è un pretesto per parlare di qualcosa di cui nessuno parla mai. Quel “ferroviere” nasconde un’idea, una categoria di persone, spesso le più deboli e le più sofferenti. Ma i temi di Rino non sono solo questi “tristi e tragici”.

Rino in “Sei Ottavi” propone una nuova visione dell’amore. Un amore che non coincide più con sofferenza, tradimento e passione, ma un amore dolce, dove i due amanti danzano in una notte stellata.

Rino Gaetano è ancora oggi d’ispirazione ed esempio a molti giovani musicisti che affrontano la musica con serietà e voglia di dire  senza filtri e censure. Quelle poche voci che vogliono uscire dal coro e usare la musica come mezzo di denuncia e protesta di una società che ci vuole tutti uguali ma, soprattutto, che cerca in tutti i modi di imbavagliarci.

E così a 40 anni dalla sua scomparsa le sue canzoni sono di un’attualità che stupisce i più scettici.

Ed è proprio per questo che il 29 ottobre 2019, giorno del suo 69esimo compleanno, la Sony Music Legacy ha realizzato un nuovo videoclip della canzone “A mano a mano”. Il videoclip si inserisce nel progetto della Sony Music Legacy per valorizzare i brani storici di Rino Gaetano. L’iniziativa è quella di ricreare i video dando una nuova veste alle canzoni del grande artista.

 Chissà quante “denunce” avrebbe fatto ancora se lo stress da lavoro che lo stava conducendo su una “strada” sempre più alcolica, non l’avesse fatto salire a bordo della sua Volvo 343 quella maledetta notte del 2 giugno 1981.

“Oggi la sua tomba non è un santuario del rock, né un mausoleo della canzone. E’ una nicchia tra mille altre dove Rino riposa davanti ad un piccolo tavolo su cui ognuno può lasciare un pensiero. Sopra la tomba non c’è un cielo ma un soffitto fatto di cemento. Appena si esce fuori però ,alzi gli occhi al cielo e ti ricordi che comunque vada il cielo è sempre più blu”.