L’attualità di opere d’arte senza tempo attraverso il fotomontaggio, la nuova mostra fotografica in scena al Museo Archeologico di Napoli
Dal 2 dicembre al 24 Febbraio al MANN si terrà la mostra “Fuga dal Museo” a cura di Dario Assisi e Riccardo Maria Cipolla. Le statue del Museo Archeologico prendono vita nei lavori dei due fotografi. Lo sfondo è la città di Napoli. Il lungomare, Piazza del Plebiscito, i vicoli del centro storico da un lato; dall’altro Afrodite, il Doriforo, il Toro Farnese che si animano ed interagiscono con la città.
I due fotografi hanno già raccontato il passato approfittando del potere della tecnologia digitale. L’anno scorso hanno tenuto infatti la mostra “Fantasmi a Pompei” all’Archeologico. Con 41 scatti hanno sovrapposto le figure di mosaici ed affreschi sullo scenario degli scavi all’ombra del Vesuvio.
Così come nel lavoro precedente, anche nel nuovo progetto dei fotografi napoletani la chiave di lettura è l’arte vista nella sua immunità allo scorrere del tempo. L’Afrodite di Capua, famosa scultura della Collezione Farnese nonché immagine guida della mostra, sembra sospesa nel tempo, e catapultata nella Napoli contemporanea. Affacciata al balcone, intenta a stendere i panni, l’Afrodite si fonde completamente con lo scenario con una leggerezza tale da far dubitare allo spettatore che si tratti di un fotomontaggio.
Anche le opere di Antonio Canova sono raffigurate nel progetto, proprio in occasione della retrospettiva del museo sul maestro del neoclassicismo italiano. Così è possibile ammirare Amore e Psiche mentre si abbracciano dolcemente nella loro fuga all’Orto Botanico.
E’ evidente dunque che un ulteriore intento della mostra è risaltare la bellezza della città di Napoli. Anch’essa, come città d’arte, resiste al passare degli anni. Si potrebbe dire che, grazie al lavoro di artisti come Assisi e Cipolla, piuttosto si arrichisce di anno in anno.
“Il nostro progetto nasce dalla volontà di dare vita alle statue del MANN, rendendole vere creature che interagiscono con la realtà. Le sculture divengono persone, che si aggirano per le città, desiderose di scoprirne i misteri, le bellezze e le paure”. Queste le parole dei due fotografi, che, con un taglio ironico e accessibile, hanno avvicinato l’arte alla quotidianità.