Cosa succede in quel di Sanremo? Siamo pur sempre il magazine promotore della tradizione partenopea del caffè sospeso, ma stavolta forse sarà meglio optare per un decaffeinato.
“Perchè Sanremo è Sanremo“, confermerebbe un famoso motto, di conseguenza a legarsi alla più nota kermesse canora italiana non possono che allinearsi anche le consuete polemiche. Si, perchè Sanremo cade in quel di Febbraio sulle coste liguri e sulle reti RAI, come un meteorite che entra in orbita terrestre.
Non soltanto per la portata di auditel che accompagna l’evento e che solitamente si attesta oltre 55 % di share ( picchi unici, ai livelli delle “notte magiche” che accompagnano l’Italia pallonara dei mondiali), ma anche per la sua ricca dose di polemiche.
Citando le parole del ben noto critico televisivo Riccardo Bocca, che sintetizza: “Il Festival di Sanremo non punta ad essere una sintesi della migliore musica italiana in circolazione. Bada piuttosto a portare sul palco cantanti e personaggi cari a tutte le fasce di potenziale pubblico. Non a caso quest’anno sono presenti sia artisti tradizionali sia campioncini delle classifiche di Spotify. L’importante è che nessuno si senta escluso, da casa, e che ciascuno si ritrovi al termine della settimana sanremese con un ritornello in testa da fischiettare. Il resto finisce preso nel già ingombro bidone del dimenticatoio.“
Eccoci ora, davanti al nostro buon caffè, a fare una sorta di punto della situazione, senza fare grosse rincorse indietro. Senza giungere ai moti sessantottini che accompagnarono i tumulti di Sanremo 1969 e dei manifestanti che si opponevano ai salotti borghesi di Dario Fo e Franca Rame, ma giungendo direttamente ai nostri tempi.
A raccogliere l’eredità (eh si,non poteva essere che lui) di direttore artistico e di garante, ad oggi quasi un ruolo più cruciale di un ministro degli esteri è il buon Amadeus. Dicevamo, raccoglie un eredità già pesante di una passata edizione non proprio semplicissima, fatta di presunti inni alla droga con Rolls Royce di Achille Lauro (che quest’anno ci ritenta) e della vittoria di Mahmood, italiano di seconda generazione, origini egiziane e brani conditi dalle sue origini musulmane, insomma la “Soldi” non ha sicuramente raccolto consensi al televoto dalla simpatia di porzione sovranista del nostro paese.
Amadeus, comincia con premesse non facili. A cartellone già completo di voci in gara, aggiunge quasi fuori tempo massimo due super signore della musica italiana, Tosca e l’ex scricciola rockettara Rita Pavone. Già basta tanto a scatenare rumore. “Come mai? Aggiusta il tiro all’ultimo per rimpolpare le scarse quote rosa in gara?”. Le risposte rimarranno solo ipotesi.
Al rumore già fastidioso si aggiunge la polemica legata alla partecipazione della giornalista italo-palestinese Rula Jebreal, previsto un intervento a favore delle donne e contro i maltrattamenti, per lei che si è sempre spesa, anche a livello europeo per i diritti al femminile. Inizialmente, il boicottaggio per intercessione dell’amministratore delegato Rai, Fabrizio Salini, e della direttrice di Rai 1, Teresa De Santis. Chiedevano una sua spontanea abdicazione all’intervento a cui lei ha rinunciato e ci sarà. Pare una questione di par condicio e per le sue vicinanze al PD, ma forse ancora per addolcire la porzione di bel paese sovranista.
Ultima polemica è quella legata, sempre al direttore artistico Amadeus, nelle sue dichiarazioni in conferenza stampa. Facendo riferimento ad una delle sue “vallette” Francesca Sofia Novello, fidanzata del campione del mondo di motociclismo Valentino Rossi, dice: “Francesca è stata scelta da me per la sua capacità di stare di fianco a un grande uomo pur stando un passo dietro” . Questa frase, uscita effettivamente male e in riferimento forse alla scelta della Novello di tenersi lontana dai riflettori nonostante la notorietà del fidanzato, ha scatenato le ire delle più convinte femministe e di parte dell’opinione pubblica.
Insomma, come dicevamo all’inizio “Sanremo è Sanremo”, fatto di tante belle canzoni (molte meno) e di polemiche, legate costantemente allo specchio delle realtà quotidiana, ma che solitamente perdono di efficacia nell’effimera vita che le accompagna sino al termine della manifestazione.
Non ci resta che terminare il nostro caffè attendere l’inizio delle danze, goderci la qualità artistica della manifestazione e magari sperare bene per la quota partenopea in gara, rappresentata dal rapper Anastasio nella categoria big e del cantautore Marco Senteri nella categoria “nuove proposte”.