Gli gnocchi: il piatto povero ma gustoso che piace a grandi e piccini.
In cucina non ci sono limiti, ne piatti prestabiliti, anzi! La regola è osare! Ogni chef, infatti, mette il suo estro per catturare il palato del cliente e il favore della critica. Alcuni piatti possono sembrare simili, ma ogni regione ha la sua tradizione che rende una portata unica al mondo. Come dice l’antico detto “Paese che vai usanza che trovi”.
Tra i piatti proposti e riproposti (e in tutte le salse), i gnocchi sono certamente i più amati. Il termine gnocco deriva da nocciolo che indica la loro forma, ma bisognerebbe fare un vero e proprio viaggio gastronomico per conoscere tutti i termini che vengono usati per definire gli gnocchi, e soprattutto quanti tipi ne esistono. Presso la corte degli Sforza si presentavano come “Zanzarelli” e venivano gustati il giorno delle nozze o dei grandi festeggiamenti e per le vittorie militari, aggiungendo all’impasto mandorle tritate e latte, conditi con cacio cavallo. Quando la portata si voleva arricchire, si integrava questo impasto con spinaci. Il brodo di pollo poi nel quale venivano cotti doveva essere di colore dorato, e questo simboleggiava la ricchezza della corte.
A Roma esistevano i Malfatti, venivano chiamati cosi perché nella preparazione non si badava troppo alla forma della pasta quando veniva tagliata e nell’impasto erano presenti ingredienti come uova e farina. E’ proprio nella capitolina che arrivò l’abitudine: “giovedì gnocchi, venerdì pesce, sabato trippa,” poiché preparati proprio in quel giorno della settimana, mentre nel Sud Italia venivano portati a tavola la Domenica.
Gli gnocchi alla Sorrentina, invece, sono un piatto tipico napoletano e sono preparati con patate, acqua e farina, conditi poi con ragù, mozzarella filante e basilico fresco. Una volta terminata la cottura in acqua calda, vengono infornati nel pignatiello, un tegame di coccio, e serviti caldi.
In Campania gli gnocchi vantano una lunga storia, in origine si chiamavano strangulaprievete. Esistono due spiegazioni sul perché gli gnocchi prendono questo nome, uno è il suggestivo aneddoto che ha come protagonista l’economista del XVII secolo Ferdinando Galiani, detto “l’abate galiani,” un gran mangiatore di gnocchi, che un giorno rischiò di strozzarsi mangiandoli. In realtà questo nome “strangulaprievete” ha origini greche: è l’unione dei termini “strangulos epreptos” che insieme indicavano un corpo rotondo che è stato incavato con le dita. Non a caso strangulos, indica la sfericità, dalla quale deriva anche il nome degli struffoli.
Ingredienti per gli gnocchi alla Sorrentina
1 kg di patate
300 kg di farina 00
Sale q.b.
Ingredienti per il sugo e il condimento
1 spicchio d’aglio
750 kg passata di pomodoro
Olio EVO
Basilico
250gr di mozzarella
100gr di parmigiano grattugiato.
Portate a bollore l’acqua in una pentola dai bordi alti, lessate le patate con la buccia. In un tegame far rosolare l’aglio con un filo d’olio, togliere l’aglio e versare la passata di pomodoro aggiustando di sale. Quando il sugo si è perfettamente addensato, aggiungere qualche foglia di basilico e nel frattempo tagliare a cubetti la mozzarella, tenendola da parte. Sbucciare le patate e schiacciarle con uno schiacciapatate e unirle alla farina, lavorare l’impasto con decisione ma non troppo a lungo. Non appena sarà pronto l’impasto tagliarlo a serpentelli aiutandosi con le dita, tagliare ulteriormente e formare un incavo, premendo con il pollice oppure passarli su una forchetta. In una pentola con i bordi alti portare a bollore l’acqua da salare leggermente e calare una porzione di ginocchi alla volta, poi scolarli quando saranno in superficie . Nei pigniatieli (un tegame per ogni persona, altrimenti in una pirofila unica) mettere un po’ di sugo, il primo strato di gnocchi con una manciata di mozzarella, e un po’ di parmigiano. Cuocere in forno a 220°, servire poi non troppo caldi.
Non ci resta che augurarvi buon appetito aspettando i vostri piatti di gnocchi postati sui nostri social, anche per conoscere un vostro parere sulla ricetta indicata,oppure date spazio alla vostra creatività apportando modifiche che li renderanno unici.