Nella foto, il cartello di segnale di pericolo da caduta superficiale (foto dal web)

Le gaffes (non) vanno in quarantena

Una panormica sulle gaffes da tutto il mondo.

In Italia durante il cosiddetto “Lockdown” abbiamo avuto l’occasione di sperimentare: i raduni sui balconi di casa, l’attesa ansiogena delle conferenze stampa del premier Conte; abbiamo preso confidenza con le autocertificazioni, le mascherine, i gel igienizzanti per le mani; ci stiamo abituando a fare code chilometriche davanti ai supermercati e stiamo facendo progressi con la didattica a distanza.

Infine, stiamo cercando di riflettere sulla nostra esistenza in questo mondo e di come sfruttare al meglio questo momento storico per uscirne migliori, diversi, stabilendo nuovi obiettivi da raggiungere e prospettive future da realizzare.

Ma mentre noi riflettiamo durante le intemperie nefaste degli eventi , c’è qualcuno che stenta a farlo e continua ad inciampare pubblicamente in grossolani strafalcioni . Persone che dovremmo ringraziare perché, con le loro mostruose ed irripetibili gaffes, ci strappano un sorriso, una risata che, di questi tempi, può salvarti anche la giornata.

Addentriamoci nel favoloso mondo delle gaffes ai tempi del Sars-Cov-2, partendo da due personaggi completamente diversi: stiamo parlando di Paolo Brosio, giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano noto per la sua devozione alla Madonna di Medjugorje ed il segretario della Lega Matteo Salvini – amante e collezionista di qualsivoglia tipo di rosario – che abbiamo visto recentemente pregare assieme a Barbara d’Urso, un bellissimo spettacolo per gli occhi e un toccasana per le nostre anime dilaniate. Brosio, proprio durante una diretta di “Live – Non è la d’Urso” su Canale 5 afferma che “le chiese non sono focolaio di coronavirus” (che sarebbe inutile vietare ai fedeli di andare in chiesa) e che “l’acqua santa non è infetta”: il messaggio disperato di un fedele che non vuole rinunciare alla Santa messa ma, allo stesso tempo, di un uomo che non è riuscito ancora a trovare un giusto equilibrio tra scienza e fede, ragione e sentimento, portatore di quel squilibrio che può sfociare nel classico fanatismo religioso che poco c’entra con la vera fede.

Le chiese aperte rappresentano un chiodo fisso anche per Salvini: “ci avviciniamo alla Santa Pasqua e occorre anche la protezione del Cuore Immacolato di Maria” dice a “L’intervista di Maria Latella” su SkyTg24. Grazie a questa dichiarazione non sarà riuscito ad avere i pieni poteri che invocò qualche mese fa ma un pieno, sonoro, unanime (anche dagli stessi cattolici) NO alla sua richiesta, quello sì! Forse ha tentato di far breccia nell’elettorato cattolico smarrito da questa situazione? Ai posteri l’ardua sentenza. Fatto sta, che sia Paolo che Matteo dovrebbero ricordarsi, in qualità di credenti, il famoso detto che cita così: “Aiutati che Dio t’aiuta”; non ostacoliamo il Signore nel fermare la pandemia con atti di irresponsabilità.

Dalle gaffes di stampo religioso alle scivolate di stampo giornalistico. O, per meglio dire, dei giornalisti. Come Barbara Palombelli, conduttrice di “Forum” su Canale 5 e “Stasera Italia” su Rete 4. Ed è proprio durante una diretta di quest’ultimo che ha servito al pubblico italiano una gaffe degna di essere chiamata tale su un “piatto d’oro” (neanche d’argento): provando a comprendere il motivo dell’estrema diffusione del virus nelle regioni settentrionali rispetto a quelle centro-meridionali, ha posto il seguente quesito: “Il 90% dei morti è nelle regioni del Nord. Che cosa ci può essere stato di più? Persone più ligie che vanno tutte a lavorare? Come mai c’è questa esplosione al Nord?” Una gaffe sembrerebbe, dal tono alquanto razzista. Ma la stessa Palombelli non ci sta e ha annunciato di querelare chiunque la diffamasse sul web.

Anche la giornalista e conduttrice del programma “L’Aria che Tira” su La7 Myrta Merlino ci ha regalato una gaffe inerente al Sud Italia e, specificamente sull’Ospedale Cotugno di Napoli: “Per me, è incredibile! Nessuno si aspettava che l’eccellenza arrivasse da Napoli.”. Qui, però, sarebbe sciocco menzionare il razzismo dato che la Merlino è napoletana: mettiamo questa frase nel cassetto dei “Mi sono espresso male”. Non possiamo, certamente, inserire, in questa categoria, l’ormai famoso testo degli autori di “Striscia la Notizia” sul confronto tra l’infettivologo milanese Massimo Galli e il medico napoletano Ascierto letto da Gerry Scotti: una gaffe pesante perché fatta sulla pelle di chi rischia la vita in corsia per i pazienti affetti da Covid-19. La satira, come ha specificato il volto noto di Canale 5 in un intervento a Radio Kiss Kiss, dove si è complimentato con lo stesso Ascierto definendolo “un signore” per non aver alimentato il dibattito, deve essere “necessariamente cattiva”. Sì! Ma con dei limiti che non possono essere valicati.

Andiamo in Francia e facciamo una visita all’ex premier dame, moglie dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ed ex top model di fama internazionale, Madame Carla Bruni. In un video pubblicato da un’emittente francese si vede la Carlà fingere una crisi respiratoria, tossendo ripetutamente, minimizzando ciò che anche nel paese d’Oltralpe rappresenta un serio problema: “Ma certo, baciamoci, non facciamo gli stupidi! Noi siamo della vecchia generazione! Non abbiamo paura di nulla, non siamo femministe e non abbiamo paura del Coronavirus. Nada!” rivolgendosi ad un amico. Uno tsunami di polemiche si è scagliato su di lei che ha dovuto in qualche modo correre ai ripari: “Certe volte succede di fare uno scherzo di cattivo gusto. Sul momento, in un certo contesto uno scherzo – anche stupido -non significa granché. Uscito dal contesto, lo stesso scherzo diventa schifoso” in un post di scuse pubblicato su Instagram. Meno male che lo ha detto lei! La perdoniamo non tanto per le scuse francamente fasulle bensì perché ci si deve sentire davvero tristi nel non riuscire a risultare simpatici nonostante ci si impegni tanto!

Chi, invece, non s’impegna minimamente ad esserlo è il medico e presentatore britannico Christian Jassen: alla rete Fubar, durante un’intervista radiofonica, ha commentato la notizia dell’imminente istituzione della zona rossa in tutta Italia dichiarando che per gli italiani ogni scusa è buona per chiudere tutto, interrompere un lavoro e fare una lunga siesta. D’altronde, cosa ci si può aspettare da chi conduce programmi come “Embarassing Bodies (Corpi Imbarazzanti)”, “Supersize vs Superskinny (Supergrassi contro Supermagri)” e “Cure me, I am gay (Curami, sono gay)”, un documentario su presunte cure per l’omosessualità?!

Concludendo il giro delle gaffes durante questa quarantena, ritorniamo in Italia e, precisamente, a Roma, dalla sindaca Virginia Raggi. La sua potrebbe essere definita gaffe coraggiosa che nessuno esponente politico ed istituzionale oserebbe mai fare perché facilmente soggetta a fraintendimenti e strumentazioni: ospite a “DiMartedì” di Giovanni Floris su La7, la sindaca ha espresso la propria vicinanza a chi ha perso un lavoro in nero. Certo! I furbi ci sono. Ma non è possibile girare la faccia dall’altra parte e far finta di nulla, ignorando che la maggior parte di chi lavora in nero è costretta a farlo e che, in questo periodo, non ha diritto ai principali ammortizzatori sociali, non avendo neanche la possibilità di mangiare. Certe gaffe, come quelle di Virginia Raggi, sono necessarie e possono essere utili per risvegliare le coscienze e riaccendere i riflettori su piaghe sociali che si lasciano aperte e si dimenticano di curare e ricucire.

Alla luce di quanto scritto finora, è meglio ricordare che pensare prima di proferir parola non incide assolutamente sul contagio da nuovo Coronavirus.

#connettiilcervelloallalinguaprimadiparlare