Le associazioni di San Giorgio che non si sono fermate durante la quarantena, per supportare quella fascia di popolazione che ora “ha perso voce”. In questa prima parte a tu per tu con L’Associazione Italiana Socio Sanitaria FS.SG. Onlus.
Se non si ha una malattia o un handicap invalidante è quasi impossibile comprendere cosa si prova nel conviverci. Altrettanto difficile capire l’impatto che ha avuto la pandemia su chi purtroppo non è indipendente. C’è chi si pone queste domande e tutti i giorni prova a dare delle risposte: le onlus e le associazioni di volontariato. Sono molte le associazioni di San Giorgio ad offrire supporto ad anziani o persone segnate da difficoltà. E in tante purtroppo sono state costrette a fermare le proprie attività poiché insostenibili o ingestibili telematicamente.
Altre invece hanno visto triplicare il loro impegno a causa della quarantena. Come l’Associazione Italiana Socio Sanitaria FS.SG. Onlus. E’ stata fondata nel 2014 da un gruppo di persone che già offrivano nel tempo libero servizi a titolo gratuito presso famiglie con anziani e disabili, poi nel 2017 ha ricevuto l’attestazione di ONLUS dall’Agenzia delle Entrate. Iscritta al Forum delle associazioni di San Giorgio a Cremano, dal 2019 ha la sede in Via Marconi 39.
“L’Associazione nasce come sostegno offerto alle persone diversamente abili o famiglie che per motivi di lavoro o semplicemente per mancanza di tempo sono impossibilitate a recarsi presso Strutture Pubbliche (ospedali, laboratori, studi radiologici e così via), studi medici, farmacie. Il nostro obiettivo è regalare un po’ del nostro tempo libero, dare la propria disponibilità e comprensione alle persone bisognose, dinanzi alle innumerevoli problematiche burocratiche che si incontrano nel mondo della sanità.
L’Associazione rende disponibile per i propri associati personale qualificato che, tra le varie possibilità, può anche accompagnarli presso le stesse strutture citate in precedenza.” Queste le parole di Luigi Gioielli, presidente dell’associazione.
Quali sono i vostri progetti? Come può il cittadino sostenervi?
“Non ci sono stati (ancora) grandi progetti fino ad oggi, ma nel nostro piccolo siamo diventati un punto di riferimento per molte famiglie. Proviamo a colmare il grosso divario che c’è tra le strutture sanitarie e il cittadino.
Chi si rivolge a noi chiede in prima battuta la consegna del farmaco a domicilio, nell’ambito del progetto “SIAMO CON TE”, che abbiamo presentato presso il Consiglio Regionale della Campania e per cui abbiamo ricevuto il patrocinio morale.
Offriamo inoltre la possibilità di prenotare visite specialistiche presso i vari ospedali e Asl, nonché siamo CUP del II Policlinico.
In collaborazione con L’Associazione Ventitré, Domina ed Ebin Colf abbiamo promosso un corso come assistente Familiare e colf presso la nostra sede, al fine di migliorare le competenze delle lavoratrici o dei lavoratori che operano nel settore dell’assistenza della persona.
Inoltre siamo iscritti all’ANPAL (Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro), pertanto siamo anche un tramite tra le famiglie e la figura della /del badante, fornendo la nostra esperienza a supporto della scelta.
Presso la nostra struttura in più si effettuano corsi BLSD – BPLSD per personale qualificato e, periodicamente, con la collaborazione della Scuola Italiana di Emergenza, corsi gratuiti per manovre di disostruzione in età pediatrica ed adulta.
Abbiamo strette collaborazioni con molte altre organizzazioni, come la fondazione Telethon, il CNR Pozzuoli, la comunità di Sant’Egidio… Considerando che lavoriamo solo con nostri fondi e contributi delle persone, chi vuole sostenerci può, in sede di dichiarazione dei redditi, donarci il 5 per mille.”
Qual è stato l’impatto delle restrizioni, in particolare sul vostro operato?
“In questo periodo di quarantena siamo stati costretti a non ricevere pubblico, ma siamo stati disponibili anche con i cellulari personali 12 ore al giorno, e quindi forse abbiamo lavorato ancor di più del solito. In questo periodo c’è stata molta confusione, possiamo anche dire che alcuni commercianti non avrebbero dovuto esporre i propri dipendenti alla consegna senza dispositivi di sicurezza a norma, aumentando così i rischi di contagio attraverso le consegne domiciliari. Avrebbero dovuto invece appoggiarsi alla Protezione civile o alle associazioni.”
Cosa vi augurate al termine dello stato emergenziale?
“Ci auguriamo che, superato questo periodo e ritornando piano piano alla normalità, verranno regolamentati dalle Amministrazioni comunali i servizi domiciliari. L’aiuto che le istituzioni potrebbero darci è ufficializzare ulteriormente la nostra attività attraverso il patrocinio, considerato che il Consiglio della Regione Campania l’ha già fatto da tempo.”