Sembra che la malasorte abbia avvolto la collina di Posillipo in una gabbia. Tuttavia resta uno degli scenari più suggestivi di Napoli.
Quella cara collina battezzata dai Greci Pausilypon – tregua dagli affanni- seduce per la serenità che si può respirare sui suoi 92.000 m² di altezza. Da questa oasi tranquilla si diramano tante storie, un misto di folclore e mistero che ancora oggi costituisce l’anima di quel luogo. Ed ecco dunque 10 cose su Pausilypon che forse non si conoscono.
1. Arthur Conan Doyle e il suo modo fallimentare di visitare una fogna romana
In visita presso la dimora dell’amico Alfred Douglas, (Villa Bechi, una residenza in prossimità di Pausilypon) Conan Doyle decise di esplorare una fogna romana. Conscio della pericolosità della situazione, volle tentare ugualmente la sorte. Risultato? Si trovò ben presto incastrato nel condotto e riuscì a salvarsi solo grazie alla maestria dell’amico. Questi infatti lo trattenne per i piedi e grazie ad un suo strattone e alla spinta congiunta di Doyle, il padre di Sherlock Holmes si salvò.
2. Anche gli arcivescovi costruiscono case abusive
Nel 1800 un prete volle respirare quotidianamente l’area pulita del caro Pausilypon. Pensò dunque di costruirvi una casa abusiva, con tanto di scala a chiocciola che lo conducesse dritto al mare. Il suo nome è monsignor Camillo Di Pietro, arcivescovo di Berito, e da allora quell’edificio è noto come casa rossa.
3. Un tesoro nascosto
In prossimità del mare, una grotta prende il nome dal rinfrangersi delle onde in tempesta sui suoi lembi. È la grotta dei tuoni, divenuta meta affannosa di ricerche. Secondo i pescatori di Mergellina, al suo interno si nasconderebbe un tesoro, costituito da galline e pulcini d’oro.
4. Location di un noto film: operazione San Gennaro
Presso una delle tante ville di Pausilypon, esattamente presso la baia dei Trentaremi, si è girata una delle scene del film Operazione San Gennaro. Qui, infatti, Maggie tenta di sedurre Dudù. Successivamente essa diverrà anche la base in cui verrà allestito il piano. Mentre il bellissimo scenario che si intravede sul finale, in cui Manfredi insieme alla sua banda porta San Gennaro (per leggere la sua storia clicca qui) in processione, è il Belvedere di Sant’Antonio a Posillipo.
5. Virgilio e le sue stregonerie
Oltre all’arte oratoria e scrittoria, alcune leggende attribuiscono all’autore delle Bucoliche, anche l’arte della magia. Si dice che egli abbia liberato la città di Napoli dalle mosche e dalla malaria, che avesse trovato il rimedio per guarire i cavalli o che ancora, in protezione dell’attuale Castel dell’ovo, vi avesse nascosto dentro proprio un uovo. Svolgeva questi prodigi sotto gli occhi di tutti, in prossimità della baia dei Trentaremi, presso alcuni ruderi che oggi sono ricordati come Scuola di Virgilio. (Per altre nozioni sulla magia nera, clicca qui).
6. Il classismo di Publio Vedio Pollione
L’alterigia di Publio Vedio Pollione si rispecchia nella villa che decise di costruire in prossimità della Gaiola: in uno dei due teatri dai 2000 posti, nei bagni di Adriano, in molte statue, come Nereide su pistrice e nella scenografia alle sue spalle. Si tratta di un liberto che gettò splendore e meraviglia sulla città di Napoli, ma anche, secondo alcune storie, sangue e lacrime. Si narra infatti che fosse molto crudele nei confronti dei suoi schiavi: decise di gettarne uno tra le murene, poichè aveva semplicemente rotto una coppa di cristallo.
7. Storie di fantasmi e maledizioni
Sembra che varie ombre sinistre vaghino tra la vegetazione e il mare, gettando un’aura di malvagità su chi decida di sostare perennemente qui. Roccaforte è il noto Palazzo degli spiriti nel complesso archeologico del Pausillypon, abitato da un fantasma geloso della sua residenza. Al suo interno si costruì prima un’osteria e poi una sopraelevazione, per ospitare la famiglia di un pastore. Lo spettro non fu grato della visita: gli osti andarono via per oscuri motivi, mentre il pescatore e la sua famiglia per poco non finirono schiacciati dalle mura, che colarono a picco. Anche intorno alla Gaiola (isoletta di fronte Posillipo) aleggia un’aura di magia, di paranormale e di casi irresoluti, conferendo all’isola un’immagine sinistra. Le leggende e le tradizioni locali vogliono che la Gaiola sia maledetta, per via della morte prematura di coloro che in passato la abitavano. (Intanto, per sapere di più sul parco sommerso della Gaiola, clicca qui).
8. Una funivia o una condanna a morte?
Ci sono stati tempi in cui non era semplice raggiungere il promontorio di Pausilypon. Un medico optò per una soluzione: una sedia, spostandosi da una estremità all’altra di un cavo di acciaio, doveva consentire il transito ad un’unica persona. Purtroppo, durante un giorno di tempesta, il breve tragitto culminò in un mare di sangue: una giovane amica del medico sprofondò nel vuoto. Il corpo venne trovato una settimana dopo. Fu poi la volta del dottore. Il suo cadavere fu recuperato avvolto in un tappeto.
9. Pausilypon in soccorso della sua Napoli
Tuttavia, nonostante tutte le dicerie, durante il secondo conflitto mondiale, fu proprio questa collina a dare un tetto alle povere persone, proteggendole così da una pioggia di bombe. Più specificamente all’interno della grotta di Seiano, che collega Pausilypon a Coroglio e dunque anche ai Campi Flegrei, si rifugiarono molte famiglie. Oggi, tramite questo lungo condotto, illuminato da luci confortevoli, tanti turisti approdano sul promontorio dove cessa ogni affanno. Nessuna maledizione cade sul loro capo, come neppure su un simpatico gatto, che vive da anni insieme a spettri, fantasmi e giovani donne defunte.
10. Da Dioniso barbato a Dioniso rubato
Nei pressi della grotta di Seiano, non lontano da un podere di proprietà Gagliardi, venne ritrovata una statua: Dioniso barbato. Subentrò subito l’avida speculazione: la statua fu portata in casa del Gagliardi e in un giorno si progettò il suo trasferimento all’estero. Intanto, il funzionario Antonio Imparato, addetto agli scavi, non poté nulla. Giunto sul luogo, un colono comunicò che la statua era stata sotterrata nuovamente. Si trattava ovviamente di una enorme bufala.
Infine, per sperimentare in prima persona tutte le emozioni che si provano in questa zona suggestiva di Napoli, visita il sito apposito, cliccando qui.