Abbiamo incontrato una ex fumatrice e una psicologa provando a porci la fantomatica domanda rispetto al più diffuso dei vizi.
È scientificamente provato che il fumo nuoce gravemente la salute, questo, non solo per il fumatore attivo, ma anche per quello passivo. Fortunatamente, da diversi anni, è stato introdotto il divieto di fumare nei luoghi pubblici chiusi. Quanti di noi dopo le lezioni scolastiche, oppure un’uscita in pizzeria in compagnia di amici, tornava a casa impregnato di fumo, senza aver fumato e veniva rimproverato ingiustamente dai genitori.Dopo tutto ciò che è stato scoperto di negativo sul fumo, quali sono gli aspetti positivi che spingono ancora le persone a fumare?
Abbiamo intervistato una nostra lettrice e ci ha raccontato la sua esperienza da fumatrice.
Le abbiamo chiesto a quanti anni ha fumato la prima sigaretta.
“Ho iniziato per gioco quando avevo 14 anni, fuori scuola con i miei compagni di classe, un gesto di buffoneria per voler sembrare grandi.” Non c’è stato bisogno di fare ulteriori domande, Silvia ha iniziato a raccontarsi e a mettere a nudo tutte le sue sensazioni. Continua dicendo: “quello che sembrava solo un gioco è diventata una vita fatta di momenti con la sigaretta e non. I primi dieci anni sono trascorsi fumando qualche sigaretta ogni tanto, lì non esisteva ancora una dipendenza, era un passatempo, man mano con una vita stressante la nicotina ha preso il sopravvento.
Poi le uscite con gli amici il divertimento e la voglia di fumare una sigaretta in compagnia. Nel frattempo dalla prima sigaretta sono passati tanti anni e la lotta per smettere di fumare è diventata sempre più difficile.”
“Hai l’illusione che una sigaretta può farti rilassare, non posso iniziare oggi a non fumare sto agitata per il lavoro, stasera andrò da Claudia lì incontrerò tanti amici, molti dei quali sono fumatori, la tentazione e la voglia di fumare sarà tanta e poi i bei momenti vanno festeggiati con una sigaretta fra le dita.” Dai suoi racconti è emerso che sia nei momenti buoni che in quelli cattivi un fumatore trova il pretesto di accendere una sigaretta, quindi cos’è : un vizio oppure un capriccio? Un’illusione? È così difficile smettere di fumare?
Lei ci dice: “la sigaretta è un’abitudine, una gestualità difficile da perdere, se sorseggio un caffè al mattino è automatico accedere subito dopo una sigaretta, serve per iniziare bene la giornata, anche se sai che non è così.“
Essa non da rilassamento ne è di buon auspicio, è una cosa che facciamo automaticamente insieme a tante altre come: alzarci, lavarci, vestirci, mangiare…… in più ingeriamo nicotina che dà una sorta di dipendenza che ci rende schiavi di questa cattiva abitudine. A questo punto, le abbiamo chiesto quale potrebbe essere una soluzione per smettere di fumare.
Lei ci risponde: “Ho provato tante cose: gomme masticanti, ho provato a dimezzare pian piano il numero di sigarette giornaliere, ho letto libri in merito, ho provato a sostituirla con la sigaretta elettronica, con una pallina anti-stress. Riuscivo per brevi periodi a non toccarla, poi ricadevo in tentazione. Adesso è un mese che non fumo, mi sento più forte nello sconfiggere questo vizio, è scattato qualcosa in me dopo la lettura di un libro “è facile smettere di fumare”. Sono più consapevole che la sigaretta non dà effetti benefici, ma al contrario dà solo effetti negativi e problematiche serie, che è tutta un’illusione della nostra testa e che i momenti più difficili sono i primi giorni quando la nicotina è ancora in circolo nel nostro corpo.“
Dopo questa intervista molto forte dove Silvia ha raccontato la sua esperienza di fumatrice e la lotta per smettere di fumare, abbiamo ritenuto opportuno approfondire questa tematica con la psicologa la dottoressa Serena Di Lauro, che è stata così gentile nel rispondere a tutte le nostre domande. Le abbiamo chiesto:
Perché la voglia di fumare prevale sempre sulla mente del fumatore?
“La nicotina induce tolleranza e causa dipendenza fisica e psicologica, in seguito alla quale il fumatore deve ricorrere ad un aumento delle dosi o delle sigarette fumate per ottenere gli effetti voluti. Come tutte le sostanze che danno dipendenza, la nicotina stimola i circuiti celebrali che regolano le sensazioni di benessere e piacere, il cosiddetto circuito della gratificazione, stimolandone l’attività con una forza superiore a qualsiasi soddisfazione naturale. La causa della dipendenza a livello fisiologico è infatti legata all’aumento della secrezione di neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore e del comportamento, tra quali la dopamina una molecola responsabile della generazione della secrezione di piacere.Questi aspetti spingono il fumatore a ricercare la sostanza e a ripetere il comportamento nonostante la presenza di problemi sotto il profilo fisico, psicologico e sociale”
A questo punto ci è sembrato opportuno chiederle :
Cosa scatta nella mente del fumatore che cerca di smettere di fumare ?
“I sintomi della dipendenza da nicotina includono l’incapacità a smettere di fumare e la comparsa di segni di astinenza che si manifestano con ansia, irritabilità, agitazione difficoltà di concentrazione, umore depresso, frustrazione, rabbia, aumento dell’appetito, insonnia. La ricaduta nel comportamento dipendente è determinata dal bisogno fisiologico di alleviare i sintomi dell’astinenza, e può essere sollecitata da una serie di fattori psicologici (es. difficoltà a gestire lo stress emotivo) e ambientale (frequentare luoghi o persone che fumano) che fungono da trigger, ossia stimoli che sollecitano la messa in atto del comportamento dipendente”.
L’intervista alla dottoressa Di Lauro continua facendo altre due domande:
Quali sono le metodiche per aiutare un fumatore a smettere di fumare?
“Smettere di fumare non è impossibile, tuttavia in alcuni casi non è sufficiente la forza di volontà per iniziare il percorso di disassuefazione; esistono pertanto differenti strumenti che aiutano il fumatore ad attraversare le fasi dell’astinenza e a riorganizzare la propria vita dalla dipendenza.È molto spesso necessario intervenire sia sull’aspetto fisiologico con l’assunzione di prodotti farmacologici sotto prescrizioni e monitoraggio medico o attraverso la pratica dell’agopuntura, quanto su quello psicologico ed ambientale attraverso programmi di tipo psicoeducativo.In riferimento a questi ultimi, il trattamento psicologico richiede un lavoro di informazione e consapevolezza relativa ai danni del fumo e alla relazione costi/benefici che si ottengono nella propria vita liberandosi della dipendenza. Inoltre rendere il paziente protagonista nel ricostruire la sua storia di fumatore,e conoscitore del suo livello di motivazione al cambiamento favorisce le esplorazione dei fattori che supportano la dipendenza psicologica e l’ elaborazione dei vissuti ad essa associati.”
Con quest’ultima domanda chiudiamo l’intervista con l’esperta:
Cosa consiglia ad un fumatore che non fuma da 10 giorni e che teme di ricadere?
“Come certificato dall’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute, le maggiori difficoltà si evidenziano entro le 24 ore dall’ultima sigaretta, ed il punto più critico si verifica nei primi 4 giorni. I sintomi dell’astinenza tendono ad attenuarsi dalla prima settimana al primo mese, anche se le sensazioni di malessere possono durare per alcuni mesi.Il desiderio impellente di sigaretta dura solo pochi minuti; bere un bicchiere di acqua o distrarsi facendo un’attività piacevole aiuta a superare questo momento.Inoltre, comunicare la scelta di smettere di fumare ad amici e parenti perché fungano da supporto e non fumino in sua presenza, evitare persone e posti dove di solito si fuma, e ridurre bevande a base di caffeina ed eccitanti e bevande alcoliche in particolare la sera, contribuisce a rafforzare i fattori protettivi contro la ricaduta.Parlare con il medico di famiglia o con gli specialisti nel settore, è un primo passo verso la cura”.
Quindi bisogna sapere che la fase più importante per combattere questo vizi è legata alla prima fase. Evitare di accendersi una sigaretta con la convinzione che possa essere l’ultima, perché un ulteriore sigaretta rimetterebbe la nicotina in circolo e il desiderio sarebbe più forte di prima. Infatti, si evince da alcuni studi che solitamente chi riprende a fumare dopo un periodo di astinenza, fuma poi ancora di più.
Con queste interviste speriamo che si prenda maggiore consapevolezza rispetto a quella che è una cattiva abitudine che di certo non ci migliora la vita. Smettere di fumare è difficile ma non impossibile.
Noi del: Il caffè sospeso ringraziamo Silvia e La dottoressa Di Lauro per il loro contributo, sperando che possa essere di aiuto.