La biblioteca fra Landolfo Caracciolo ci ha mostrato alcuni suoi libri, custodi di antiche dediche e postille. A chi apparterranno?
“Ogni libro, ogni volume possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza”. Carlos Ruiz Zafón.
L’associazione San Bonaventura Onlus condivide da sempre queste parole. Per questo motivo, in onore della giornata mondiale del libro e del diritto d’autore, restituisce voce ai suoi volumi, poiché custodi di pensieri profondi, scritti da diversi lettori. Possono essere delle lettere di speranza, parole di amore e riconoscenza oppure postille trascritte in momenti di difficoltà. Sono memorie di persone senza volto, che in quei momenti avevano come amico e confessore solo una pagina bianca.
Conosciamo più da vicino i due “protagonisti” di questo progetto.
1. Associazione San Bonaventura Onlus
L’associazione San Bonaventura Onlus nasce il 9 aprile 2014. Dal 2016 gestisce la biblioteca fra Landolfo Caracciolo, sita in via dei Tribunali, 316 (sua sede operativa). La biblioteca è nel cuore della città partenopea e da qui si dirama in molteplici direzioni. Infatti l’associazione non opera solo sul napoletano, ma anche fuori la provincia e l’Italia, diffondendo il rosso e il bianco in molti luoghi culturali. Sono i colori del loro logo: un frate intento a leggere un messale.
2. Giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Si celebra ogni anno il 23 aprile
L’evento è stato istituito dall’UNESCO nel 1996 a Parigi. I suoi propositi sono:
- promuovere la lettura;
- proteggere il mondo editoriale dai tentativi di pirateria;
- incrementare la pubblicazione di libri. (Tra questi ricordiamo il romanzo di Federica Candurro, giovane talento locale).
In questo immenso patrimonio culturale rientra anche il fondo librario della biblioteca. Vediamolo più da vicino per scoprirne i suoi segreti.
Le confessioni di un soldato in Parafrasi morale di molti salmi a modo di preghiera di Massillon Jean Baptiste
Prima di partire per la guerra Stefano Balarimi scrive i suoi dati biografici ai margini di un libro. Lo vediamo lì, chino sulla carta, col sudore sulla fronte e la mano tremante. “Soldato Balarimi Stefano, nato il 23 agosto 1897 a principato di Monaco, soldato di Italia (fanteria). Di passaggio a quel palazzo il 30 giugno per recarsi in prima linea per fare il suo dovere. 1917”. Forse Stefano temeva di morire sul campo di battaglia e per un figlio appena nato o per una madre lontana avrà scritto queste parole.
I suoi eredi potranno conoscere così l’ardore di un eroe, mentre scrive ancora “cittadini et soldati formate un esercito sotto Vittorio Emanuele”, (di cui realizza anche un disegno). E per non lasciare nulla a caso, vicino penzola un segnalibro con i colori dell’Italia.
Infine, all’interno dello stesso libro c’è un bollettino postale del 1939. Sembra che un certo “Carmine Palatucci” abbia ricevuto sul suo libretto 600 lire. Ma chi avrà versato quei soldi? Stefano oppure tra i due non esisteva alcun legame? Particolare è il suo cognome, poiché in biblioteca ci sono due teche in onore di Giovanni Palatucci (poliziotto italiano ed in seguito Commissario e Questore reggente).
Messaggi che fanno sorridere
Altri messaggi sono invece più divertenti, come “gli anni passano, i sentimenti restano immutabili. Purtroppo!” Oppure nel volume intitolato “Signore da chi andremo?” sotto a penna rossa leggiamo una risposta quasi confortevole “in Paradiso se lo meritiamo”. Infine un ultimo pensiero, sempre di ambito religioso (o quasi): “la chiesa conosce tutte le regole, ma non sa ciò che avviene in un solo cuore umano”. Potrebbe aprirsi un dibattito infinito, assolvendo così ad uno dei tanti compiti della letteratura: la riflessione.
Altre curiosità parlano invece da sole. Di seguito dunque una serie di fotografie.
Un messaggio d’amore in Sermoni compendiati per tutte le domeniche dell’anno composti [da] Alfonso Maria de Liguori
Sfogliando le pagine di questo libro, invece, ripercorriamo alcune strade di Napoli, lungo San Gregorio Armeno e San Biagio dei Librai. Qui, nascosti da occhi indiscreti, avvistiamo due giovani innamorati. Galeotto (come scriverebbe Dante) è un piccolo biglietto posto al suo interno: “Mi segno vostro servo, Giuseppe Visicchio di Filippo. Vico Nuovo, S. Biagio dei Librai N. 20, Napoli. Se comandate cara, scrivetemi. Attendo vostro riscontro”. Non consociamo la destinataria di queste parole e la nostra può essere solo un’ipotesi. Probabilmente Giuseppe Visicchio era troppo timido da chiederle un incontro ed avrà usato come stratagemma quello di donarle un libro. (Donandole invece tutto il suo cuore).
Caro Babbo Natale…
D’altronde quando non si sa cosa regalare in una ricorrenza particolare, con un libro risolvi sempre la situazione. Così è stato anche per il Natale del 1980 di Valerio Marinelli, che sul frontespizio di un’opera scrive: “Al Chiar. mo Padre Antonio Gallo. Valerio Marinelli. Natale 1980″.
Padre Antonio Gallo doveva essere molto amato nell’ambiente, infatti molti volumi della biblioteca sono dedicati a lui. Ad esempio in conoscenza storica di Gesù di Nazareth leggiamo: “dono a padre Antonio Gallo quest’opera di padre Guidetti che io ho letto e gustato con intima ammirazione. […] Questo volume è un ricordo perenne a P. Gallo del de Nicola Montereggio. Parrocchia dell’Immacolata al Vomero. 17 -6-1981″.
Noi invece abbiamo scritto quest’articolo in onore dei bibliofili, perché fin quando loro vivranno si celebrerà sempre la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Ed infine ringraziamo la Biblioteca fra Landolfo Caracciolo poiché ci ha permesso di esplorare il suo prezioso mondo (di cui in basso una fotografia).