Origini, tradizioni e rituali di alcuni particolari saluti
Soffierà nel vento una lacrima / Che tornerà da te / Per dirti ciao, ciao! /Mio piccolo ricordo in cui/ Nascosi anni di felicità, ciao/ E guardami affrontare questa vita / Come fossi ancora qui. Canta così Tiziano Ferro nella ormai famosa Per dirti ciao.
Esistono tanti modi per salutarsi, per accogliere una nuova persona in famiglia o per introdursi alla folla. Ma il saluto più bello è il bentornato, dopo una lunga pausa, come quella estiva. Dunque, con il ritorno di settembre, vogliamo salutarvi nel modo più international possibile. Entreremo in contatto con tante località, per scoprire insieme alcuni saluti particolari.
Balliamo a piedi nudi alle Hawaii e in Kenya
Alle Hawaii è tutto un sogno: mare, palme, ghirlande e persino il famoso saluto Aloha, che consiste nel portarsi la mano alla testa mentre la si fa ondeggiare, con il pollice e il mignolo distesi e le altre dita piegate all’interno. Sono stati i primi conquistatori spagnoli a diffondere questo gesto, con l’intento di mimare un invito a bere.
Se vogliamo assistere ad una vera e propria danza di benvenuto, dobbiamo andare in Kenya, dove i Masai (la sua tribù più conosciuta) per salutare compiono una danza chiamata Adamu, ossia si sfidano per vedere chi arriva più in alto. Per questo motivo è soprannominata anche la danza del salto.
Le sue origini
Tradizionalmente l’Adamu si svolge durante la cerimonia dell’Eunoto, che celebra il passaggio dal Morani (guerriero junior) al guerriero anziano. A fine cerimonia, che può durare anche 10 giorni, il cavaliere anziano è pronto per l’ingresso in comunità e per cercare moglie. Infatti durante la danza, i Masai sfoggiano le loro abilità, (davanti ad un gruppo di donne) cercando di saltare quanto più in alto possibile.
Perché è scaramantico fare la linguaccia in Tibet
Se vai in Tibet non sorprenderti se i suoi abitanti ti cacciano la lingua. Anzi, se vuoi sembrare educato e non spaventare il prossimo ricambia pure il gesto. Le motivazioni dietro questo simpatico saluto sono davvero tante, di cui alcune addirittura maligne.
- Secondo un’antica leggenda, nel IX secolo visse un re tanto malvagio da avere l’anima e la lingua nera come la pece. Il suo fantasma vive ancora oggi, per cui i tibetani usano la linguaccia come saluto per dimostrare di non essere la sua reincarnazione. In questo modo si vuole infondere fiducia, ma anche scongiurare un grave pericolo.
- Secondo altre fonti, invece, il saluto nacque nel 1700, quando si vociferava su entità malvagie che recitavano mantra magici, le quali cambiavano anche fisicamente, tramutando lingua dal classico color rosa in marrone o nera. Ecco perché mostrare sempre la lingua!
- Un’ultima tesi è meno spaventosa e più realista. I tibetani sono spesso impegnati nell’atto di trasportare qualcosa, quindi con le mani occupate! Dunque per salutare qualcuno non resta che mostrare la lingua.
Gli antichi romani: un saluto per difendersi
Quante fazioni o rivolte ci sono state nell’Impero Romano? Tantissime. Per questo motivo era utile mantenersi sempre vigili per evitare coltellate o veleni. Infatti anche il gesto più semplice come un saluto poteva rivelarsi fatale. Per questo motivo i romani, oltre al classico gesto di stringersi la mano, si stringevano anche l’avambraccio. In questo modo potevano controllare che l’altro non nascondesse nulla sotto la manica.
Tedeschi: un gesto sbrigativo e cortese
Quando si va ad una festa oppure ad una cena con tanti invitati, gli italiani hanno l’abitudine di fare “un saluto generale”, evitando di salutare uno per uno. I tedeschi sono invece meno rumorosi e forse anche più sbrigativi. Infatti quando arrivano in ritardo ad un evento battono leggermente le nocche sul tavolo. Altro caso è quando il gesto viene ripetuto dagli alunni nel momento dell’entrata di un professore. In questa modalità simboleggia una forma di rispetto.
Francesi: attenzione a come stringete la mano
Tra i vari saluti vantati dalla cultura dei nostri cugini d’oltralpe, c’è anche – proprio come noi – la stretta di mano. Ma attenzione che non sia troppo vigorosa, altrimenti potremmo essere considerati dei villani.
Saluti particolari: confiniamo oltre terra
Viaggiamo anche con la mente e andiamo in un luogo di fantasia. Stiamo parlando di Shi’Kahr, sita sul pianeta Vulcano. Qui nel 2230 nacque Spock, il vulcaniano dalle orecchie a punta, diventato famoso per il suo saluto. Consiste nel sollevare la mano in alto, mostrando il palmo e le dita distese, lasciando uno spazio tra medio ed anulare. In questo modo si viene a formare una V. Ma da dove deriva questo saluto, reso iconico dalla serie televisiva Star Trek?
L’attore Leonard Nimoy, interprete di Spock, in un’intervista spiega le origini del gesto. Quando era piccolo partecipò insieme al padre ad una funzione religiosa, in una sinagoga di Boston. Al suo interno vide per la prima volta quel gesto, durante un canto ebraico, chiamato Shekhina. A distanza di anni, sul set di Star Trek propose di adottarlo, per utilizzarlo come forma di saluto. Oggi la classica “V” è famosissima, anche per via di Sheldon Cooper in The Big Bang Theory, ma forse non tutti sanno che si tratta di una benedizione e che deriva dall’ebraico.
Malesia: il nostro saluto particolare per voi
I cittadini della Malesia hanno il saluto più semplice, ma anche il più delicato e romantico. Infatti portano al cuore la mano della persona che si desidera salutare.
Tra i vari modi di salutarsi nel mondo, noi abbiamo deciso di adottare questo, augurandovi nel frattempo anche una buona ripresa!
Ma prima di lasciarci, conoscete altri saluti particolari? Scriveteci nei commenti, sulla nostra pagina Facebook!