Ecco 7 testimonianze per rispondere alla domanda più spinosa di sempre
“Noi siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni e la nostra breve vita è circondata dal sonno” scrive William Shakespeare nella sua opera teatrale la tempesta. In queste parole sogno e realtà si confondono, così come avviene nei sogni premonitori. Secondo una tradizione popolare la nostra mente sarebbe in grado di prevedere il futuro per poi trasmetterlo nel sogno.
Nel corso del tempo questa tematica è stata affrontata in molti ambiti, come nel cinema, nella letteratura e nella mitologia. Inoltre esistono alcune testimonianze, alcune più veritiere, altre sul confine tra immaginario e reale. Tuttavia non si è mai giunti ad una conclusione ed ancora oggi ci chiediamo: “i sogni premonitori esistono davvero?” Per rispondere alla domanda abbiamo sfogliato tanti libri, alla ricerca di alcuni esempi. Di seguito ne riportiamo 7.
1. Abraham Lincoln e il suo doppio funerale
Il 5 aprile 1865 Abraham Lincoln sogna la sua morte, ed in seguito racconta tutto alla moglie Mary Todd e all’amico Ward Hill Lamon. Nel sogno dorme nel suo letto, quando ad un tratto alcuni lamenti lo svegliano. Come un sonnambulo si alza e va al piano di sotto per controllare. Sotto i suoi occhi si svolge una scena da funerale, mentre il suo corpo si sdoppia. Infatti ci sono molte persone che piangono sulla sua figura, mentre esclamano: “il presidente è stato assassinato”. 10 giorni dopo Abraham Lincoln è con sua moglie al Ford’s Theatre di Washington e muore per mano di John Wilkes Booth.
2. Lo spavento di Mark Twain
Nella sua autobiografia Mark Twain rivela un ricordo del passato, taciuto per tanto tempo per non turbare la madre. Era il 1858. Mark sognò suo fratello Henry in una bara metallica, poggiata su due sedie. Il ragazzo indossava un abito del fratello e sul petto aveva un mazzo di rose bianche, con al centro una sola rosa rossa. Al suo risveglio, scrive ancora, ebbe molta paura perché “il sogno era così simile alla realtà che [fu] indotto a credere che [fosse] vero”. Solo alla vista del fratello, (che era in buone condizioni), riuscì a calmarsi e a dimenticare l’accaduto. Purtroppo qualche settimana dopo Henry muore realmente e Mark lo vide disteso in una bara, identico a come gli era apparso in sonno.
3. Mango canta con Fabrizio de Andrè
Il cantautore Mango muore l’8 dicembre del 2014, durante il suo ultimo concerto a Policoro, in provincia di Matera. In quella occasione il cantante racconta alla platea di un sogno fatto tempo fa, mentre scriveva il suo ultimo album. Aveva sognato di bere un bicchiere di vino con Fabrizio de Andrè, morto nel 1999. Oggi ci piace pensare che il suo amico gli sia venuto incontro per dargli coraggio e che adesso stiano cantando insieme in Paradiso.
4. Le nozze di Medea
I sogni premonitori non sono sempre tragici, anzi in alcuni casi possono annunciare eventi più sereni. È il caso di Medea, un personaggio della mitologia greca, che in una sola notte conosce il suo destino: Giasone. L’uomo è giunto in Colchide per riconquistare il suo regno e liberarlo da un usurpatore. Medea sogna di superare per lui molte imprese, di risolvere una lite intercorsa tra Giasone e il re ed infine di sposarlo. Tutte le imprese descritte avverranno realmente, proprio come la donna aveva previsto.
5. Suicidio o omicidio in Poirot?
Nel film Poirot: il sogno premonitore, il protagonista è terrorizzato a causa di un incubo che lo tormenta. Nel sogno si rivede nella sua casa, con i suoi soliti abiti e modi di fare, quando ad un certo punto estrae una pistola dalla scrivania, la porta alla tempia e si uccide. L’incubo lo tormenta per più sere ed infine chiede l’aiuto del detective Poirot. Ma è troppo tardi. L’indomani verrà trovato il suo cadavere, nelle stesse circostanze descritte nel sogno, che infine è diventato realtà. Ma sarà davvero così? Il protagonista aveva previsto il suo suicidio?
6 e 7. Come vede Giovanni Boccaccio i sogni premonitori
Gli ultimi due sogni premonitori sono presenti in Trattatello in laude di Dante, un’opera di Boccaccio. Nel secondo capitolo, Bella degli Abati sogna di partorire suo figlio. Il suo nome è Dante Alighieri e la sua figura muta prima in un pastore e poi in un pavone. Secondo Boccaccio si tratta di un’allegoria della Divina Commedia per alcuni simbolismi precisi:
- La carne incorruttibile del pavone corrisponde al significato dei versi danteschi, che sono sacri ed immortali perché di ordine teologico;
- La bellezza delle penne, come quelle degli angeli, alludono alla bellezza della storia narrata;
- Le zampe sudice che calpestano il terreno evocano la lingua volgare e lo stile umile,
- Infine, il verso inquietante del pavone vuole essere un avvertimento per tutti i peccatori. Infatti se non si comporteranno in maniera corretta subiranno le stesse pene descritte da Dante nella terza cantica.
Invece, nel capitolo XXVI è presente una seconda visione mistica. Boccaccio riporta una storia, udita da un certo Piero Giardino, un discepolo di Dante. Secondo la versione Iacopo Alighieri era alla ricerca degli ultimi versi della Commedia, fino a quando il padre gli rivela il nascondiglio nel sonno. Al risveglio Iacopo va proprio in quel luogo e insieme al fratello “trovarono alquante scritte, tutte per l’umidità del muro muffate e vicine al corrompersi […] leggendole, videro contenere li tredici canti tanto da loro cercati”.
Sogni premonitori: conclusione
Ma infine siamo davvero in grado di prevedere il futuro o quelle descritte sono solo coincidenze? Come scriveva Peppino De Filippo non è vero… ma ci credo, forse perché in alcuni casi sarebbe davvero utile avere dei poteri magici!