A caccia di montanare: ecco il cibo preferito dai turisti!
Napoli, una città dalle tante bellezze artistiche culturali musicali che ogni giorno affascina milioni di turisti che vengono da ogni parte d’Italia e del mondo. La città dai “mille colori” come cantava Pino Daniele vanta un curriculum molto importante.
Tantissimi gli artisti che l’hanno decantata, tra questi Antonio De Curtis, Eduardo De Filippo, Diego Armando Maradona, che hanno fatto la storia di Napoli, la quale rivela anche un’arte culinaria invidiata da molti, che vanta, oltre ad un saporitissimo spaghetto col pomodoro fresco o con le vongole veraci, la pizza più invidiata al mondo!
La pizza la amano tutti, grandi e piccoli, la si può gustare in diversi modi, cotta al forno a legna o fatta in casa e condita in diversi modi, da quello più semplice, come la marinara a quello più sofisticato, che richiama il ventaglio delle “pizze gourmet”, ma nessuna di queste può sostituire quella fritta, in particolare la mitica “montanara”.
La montanara nasce come cibo da strada e gode di origini antichissime La storia di questa buonissima pizza nasce nei vicoli più degradati di Napoli, alla fine del dopoguerra. Le mogli dei pizzaioli per risollevare l’economia delle proprie case, preparavano, fuori dalle loro abitazioni pizzette fritte con gli avanzi di impasto non venduti; dalle cucine alimentate a carbone, si friggevano in grosse caldaie da vendere ai passanti.
Il suo nome montanara è alquanto originale per una città di mare, ma è dovuto ai contadini che provenivano dalla montagna che scendendo a lavorare in città assaggiavano per merenda questa vera squisitezza!
La versione originale della montanara prevede come condimento del semplice pomodoro, ma un’altra versione di pizza fritta è il calzone. L’impasto è sempre lo stesso, ma viene ripiegato per essere imbottito di ricotta, salame napoletano, ciccioli e un po’ di pepe.
È uno spettacolo frequente nei vicoli di Napoli vedere mangiare una pizza fritta per strada, gli avventori delle friggitorie sono dei veri portenti nel non ungersi e si appagano il palato semplicemente respirandone il profumo.
Oggi queste pizzelle accontentano tutti i gusti: c’è chi la prepara con la genovese, chi preferisci rivisitazioni più audaci, chi preferisce un condimento delicato, elevando la pizza fritta a cibo gourmet.
E’ impossibile passeggiare per Napoli e non notare le friggitorie snocciolate lungo i vicoli, tutte ugualmente saporite, anche se il locale La Masardona di Enzo Piccirillo è quello che più gode di ottima fama. La Masardona era Anna Manfredi, nonna di Enzo, la quale nel dopoguerra inaugurò questa pizza da street food.
Fu un successone e l’idea fu copiata da molte donne che iniziarono questa attività, ma per questioni di rispetto del principio di concorrenza leale, ogni donna aveva il suo giorno della settimana per poter preparare la pizza, friggerla e venderla.
Concludiamo questo viaggio insieme a voi, lasciandovi le immagini della più famosa venditrice di pizza fritta cinematografica: Sophia Loren, che nel film “L’oro di Napoli” diretto da Vittorio De Sica nel 1954 grida entusiasta ai passanti “mangi oggi e paghi fra otto giorni!,” con la scollatura bene in vista. In questo film molto divertente Sophia dice al marito di aver perso l’anello di fidanzamento caduto nell’impasto delle pizze, anello che in realtà aveva dimenticato dal giovane amante.