Il sessismo e l’ipocrisia della religione. E se non fossero superati?
“Sarei contenta, anzi felice, di vivere con te come una serva, se non posso come moglie”. Siamo nel lontano 1891, nella cittadina del Wessex, in uno dei romanzi più famosi di Thomas Hardy. A parlare è Tess dei d’Urberville, protagonista del romanzo ripudiata dal marito Angel per il suo passato: uno stupro seguito da un figlio al di fuori del vincolo matrimoniale. Eppure, ad esser condannato non è lo stupratore, ma la stessa Tess che arriverà a pensare di essere stata abbandonata anche da Dio. Dunque, divenuta la prima antagonista di sé stessa, condivide e accetta le parole di quanti la giudicano. “Pensa ai nostri futuri figli“, le dirà il marito “che cresceranno sotto il peso di quest’infamia, di cui capiranno la portata solo un poco alla volta, col passare degli anni”. Ed è proprio per il giudizio delle altre persone o per non macchiare la sua ottima reputazione che Angel abbandonerà Tess.
Una mentalità reiterata in questo romanzo, anche quando, dopo aver perso il figlio ancora neonato, Tess vorrà dargli una degna sepoltura cristiana. “Beh… lo farei volentieri”, afferma il parroco della città, “se la cosa riguardasse solo noi due. Ma non sono autorizzato… per tutta una serie di ragioni”. La ragione in realtà è una sola: la sottomissione alle sue credenze e la sua divina promessa alle bigotte convenzioni sociali.
Secondo la mentalità dell’epoca, il sesso al di fuori del matrimonio è considerato peccato. Tuttavia nel concreto la legge si applica soprattutto alla donna, discriminazione dopo tanti anni ancora attuale. Sul web ad esempio si può leggere la storia di una donna in dolce attesa, non aiutata dall’uomo perché “tanto non era la sua fidanzata”. Questo il commento di una signora rivolgendosi al padre: “dovresti farti dire chi è (la donna) per dare il bambino a una famiglia sana. Se una sbandata lo fa in quelle situazioni (in una scuola all’incirca all’età di 16 anni) che esempio potrebbe dare al figlio?” Notiamo però come manchi qualsiasi menzione o commento all’uomo che ha invece abbandonato mamma e bambino, senza dare nessun tipo di supporto.
Situazioni del genere sono spesso all’ordine del giorno, così come anche nel romanzo di Hardy. Qui l’uomo può compiere qualsiasi azione, senza dover mai essere condannato o altro. Infatti, Tess non dirà mai al marito che i loro probabili figli potrebbero giudicare anche lui, dato che in passato si è abbandonato a ventiquattro ore orgiastiche con una sconosciuta. Dunque, lei è l’unica a meritare la punizione o addirittura la morte. Avrei voluto “farla finita” infatti esclama […] “Ma non sono stata capace di compiere quest’ultimo gesto! Temevo che avrebbe gettato scandalo sul tuo nome”.
Angelo, il cui nome per un beffardo scherzo del destino, sembra adatto a un uomo di chiesa, è un ragazzo erudito, un brillante studente di teologia. Ma il suo bagaglio culturale non funziona come mastice: infatti, è proprio per la vasta cultura del marito che spesso Tess si sentirà inferiore all’uomo. Per questo motivo Angel diverrà prima il suo maestro e infine, dopo aver conosciuto il passato della donna, le darà la possibilità di andare incontro ad un cammino di redenzione. Dunque, Angel è obbligato a comportarsi in questo modo, ritenendo che causa delle sue azioni sia l’amore che lo lega a lei oppure “per non disprezzare me stesso, peggio ancora, disprezzare forse anche te”e infine confessa. Dunque, sono tutte queste le ragioni che infine inducono la nostra protagonista persino a ringraziarlo e innalzarlo come uno stendardo.