Riparte con il film “Her” e l’intervento del dott. Enrico Moretto la rassegna cinematografica “Ogni cosa ha un senso” a cura di Cremano Giovani
Se è vero che guardare un film significa assistere ad una storia che viene raccontata, è vero anche che può voler dire molto altro. Il Cinema è anche un momento di incontro e condivisione. Ed è quanto accaduto Mercoledì alla biblioteca di Villa Bruno a San Giorgio a Cremano, grazie al cineforum “Ogni cosa ha un senso” promosso dall’associazione Cremano Giovani.
Il primo film in programma è stato Her di Spike Jonze, una storia d’amore ambientata in una Los Angeles del futuro in cui l’intelligenza artificiale è diventata capace di provare emozioni al pari di un essere umano. Il film apre molteplici spiragli su quello che potrebbe essere il nostro futuro più prossimo, in cui il virtuale ed il reale rischiano di fondersi a tal punto da disumanizzare completamente i rapporti sociali.
Il regista del film, Spike Jonze, è famoso ai più per aver realizzato videoclip per numerosi artisti: Beastie Boys, R.E.M., Björk, The Pharcyde, The Chemical Brothers e chi ne ha più ne metta. Il suo primo tentativo alla macchina da presa ha fatto nascere una delle commedie nere più brillanti di sempre “Essere John Malkovich”. Roger Ebert, forse il critico cinematografico più autorevole dei nostri tempi, scrisse che la commedia di Jonze è stata capace di creare un mondo nuovo ed usarlo per produrre cose meravigliose. E la sua non è stata fortuna di un principiante, considerata il premio Oscar vinto dal film Her per la migliore sceneggiatura originale.
Chiunque abbia visto Her ricorda gli occhi malinconici dell’attore Joaquin Phoenix, che di recente si è reso noto per aver interpretato magistralmente Joker nel film di Todd Phillips. Phoenix interpreta Theodore, un uomo in crisi che non sa più chi è ma riacquista una nuova luce negli occhi solo quando conosce Samantha, con la quale inizierà una storia d’amore. Peccato che la donna sia un sistema operativo acquistato da lui poco prima. No, Theodore non è un folle. E’ un uomo che è uscito da un divorzio senza farlo del tutto. Vi è rimasto incastrato perdendo un pezzo di sé senza il quale non riuscirà più a riconoscersi. Per di più Samantha è intelligente, empatica, e gli da ciò di cui lui ha bisogno. Un disperato bisogno, quello del contatto con l’altro, a cui si aggrappa perdendo ogni cognizione del reale e la voce calda e sensuale di Samantha (Scarlett Johansson negli Usa, Micaela Ramazzotti in Italia) è sufficiente a fargli credere che quanto sta vivendo sia reale, che la sua amata sia reale. E’ proprio grazie a lei che Theodore ritornerà in contatto con se stesso e la sua identità.
Un amore inteso come incontro di due esseri speciali e diversi, che disattendono tutti i cliché e le dinamiche relazionali caratteristiche della maggior parte delle relazioni. Un film che ci fa comprendere quanto ognuno di noi abbia bisogno di connessioni umane, più di quanto necessitiamo delle connessioni ad internet.
Alla proiezione è seguito l’intervento del dott. Enrico Moretto, psicologo clinico e sessuologo, che ha commentato la miscela tra sessualità e distopia presente nel film. Fulcro dell’intervento del dott. Enrico Moretto, è stata l’importanza del vuoto visivo che creano le parole e della loro capacità di generare a cascata delle immagini nel nostro cervello. Nel film le inquadrature molto strette sui personaggi creano dei vuoti colmati dallo spettatore stesso attraverso l’elaborazione di scene e rappresentazioni.
Il dott. Moretto ha poi raccontato del suo ultimo progetto e del suo tentativo di allontanarsi dall’uso delle immagini, così abusato oggi sui social: un podcast su sessualità ed arte (Kaplan – terapia sessuale illustrata), disponibile su vari siti come Spotify e Apple Podcast per spiegare i concetti chiave della terapia sessuale in cui le parole diventano le uniche protagoniste.