Premio Stefania Presta: a Villa Bruno le opere dell’artista sangiorgese che dipinge i paesaggi dell’anima.
“Per me è importante sapere ciò che voglio, credere in quel che faccio, avere dei valori e degli ideali e mantenere la mia integrità anche nell’Arte.”
E’ ciò che leggiamo nei diari di Stefania Presta, artista vissuta e cresciuta a San Giorgio a Cremano, le cui opere sono state definite dai critici “paesaggi dell’anima“.
Le sue sono le pagine di una ragazza che racconta del bisogno primordiale e viscerale di fare arte, della necessità dell’artista di rimettere al mondo le sue emozioni in maniera misteriosa ed enigmatica attraverso il gesto e la creazione dell’opera d’arte. Essa diviene, così, soggetto indipendente dell’artista con un proprio respiro vitale e vita concreta.
Ed è all’arte di Stefania che si è ispirata l’associazione A. Genovesi quando ha pensato al Premio per la pittura “Stefania Presta” (ormai alla sua seconda edizione) che si sta tenendo in questi giorni presso Villa Bruno, storica Villa Vesuviana di San Giorgio a Cremano.
Un premio che nasce dall’amore, dalla considerazione che la pittura, come la poesia, la letteratura e tutte le arti, oltre ad esaltare le qualità dell’animo umano, del gusto personale e della ricerca di sé rappresenti un mezzo per raggiungere la sensibilità delle persone arricchendone la parte migliore. Il premio vuole promuovere la crescita culturale e valorizzare un territorio che trasuda di arte e cultura, sostenendo l’attività educativa delle scuole. Tante, infatti, sono stati gli istituti del territorio che hanno risposto positivamente, partecipando all’estemporanea di pittura in sua memoria tenuta dal 18 al 24 ottobre a Villa Bruno.
Tra essi numerosi quelli sangiorgesi come gli Istituti Comprensivi Massaia, De Filippo, Don Milani-Dorso, Stanziale e poi il liceo Scientifico Carlo Urbani, l’I.T.I Medi, l’Istituto Rocco Scotellaro; ma anche gli Istituti artistici Archimede di Ponticelli e ancora l’I.I.S. Nitti e il Liceo Quinto Orazio Flacco di Portici e il Liceo Scientifico S. Di Giacomo di San Sebastiano al Vesuvio.
Così le impetuose e vivaci opere di Stefania Presta resteranno in mostra, al fianco di quelle di ragazzi e bambini, al Piano nobile di Villa Bruno, per tutta la durata del Premio. L’iniziativa si concluderà il 27 ottobre alle ore 17.00 in Fonderia Righetti con la Serata Premiale.
A farsi promotrice dell’iniziativa la madre di Stefania, la Professoressa Concetta Bennici, che, basandosi sulle indicazioni trovate nei diari di Stefania, ha voluto consentire a giovani e a giovanissimi di fare le sue stesse esperienze e ad avere le sue stesse opportunità.
Un talento, quello di Stefania Presta, che l’ha portata a partecipare a mostre personali e collettive in Italia e all’estero, raccogliendo consensi e premi. Le sue opere hanno toccato l’anima di critici e storici dell’ arte quali Nicola Di Virgilio, Rosario Pinto (che la cita nel suo libro “Pittura al femminile in Campania nel secondo cinquantennio del ‘900”) e della Prof.ssa Giovanna Cassese, Docente di Storia dell’arte e Direttore di Belle Arti di Napoli, che afferma: “Esplosioni, Architetture di fuoco, Magma bollente, Notturno fluire. Anche i titoli delle sue opere svelano quanto il vulcano più che vicino a lei sia dentro di lei[…]”.
Un’artista prorompente, ribelle, dalla sensibilità profonda, che affida ai suoi diari le proprie idee e la sua peculiare concezione di fare arte in forte dissonanza con la mera mercificazione di cose prive di senso che affollano le gallerie. Per Stefania Presta la pittura ha un forte valore etico: “La pittura è un’arte, una forza finalizzata allo sviluppo e all’affinamento dell’anima non inutile creazione di cose che svaniscono nel vuoto”.
La sua è una musa non effimera di cui bambini e giovani hanno oggi estremamente bisogno in una società in cui l’apparenza, i modelli omologati e le immagini-idolo la fanno sempre più da padroni. Il ruolo etico e morale dell’arte diventa allora di primaria importanza di fronte alla distruzione dell’individuo nella logica consumistico-edonistica dei nostri tempi.
E’ ciò che mi auguro quando la madre di Stefania, alla fine della nostra conversazione, guardandomi diritto negli occhi, mi dice: “Stefania amava i colori, se è da qualche parte deve essere qualcosa di molto colorato!”. Ma se come scrive Haruki Murakami, “Ogni persona ha un suo proprio colore, una tonalità la cui luce trapela appena appena lungo i contorni del corpo”, allora Stefania Presta vive nell’anima di tutti coloro che si fermano anche solo un attimo ad ammirare le sue opere.