Il remake in live action dell’omonimo film d’animazione del 1998 uscirà in Italia il 25 marzo 2020
Sulla scia della rivisitazione dei classici Disney, dopo “Il libro della giungla”, “Maleficent”, “Cenerentola”, “La Bella e La Bestia”, “Il Ritorno di Mary Poppins”, “Aladdin” ed “Il Re Leone” (che hanno superato ciascuno il miliardo di dollari di incassi nel mondo), nel 2020 sarà la volta di “Mulan”, la giovane ragazza che per salvare suo padre dalla guerra contro gli Unni, finirà per mettere in salvo anche l’intero Impero Cinese. A differenza dei precedenti, questo film risulterà diverso sotto molti punti di vista: non sarà un mero “copia e incolla” del cartoon originale bensì avrà molte caratteristiche differenti.
La trama, invece, non si discosterà di molto da quella originaria: dopo che l’Imperatore della Cina, per decreto, avrà obbligato ogni uomo a servire l’esercito imperiale dall’attacco degli Unni, Hua Mulan, per tutelare la vita di suo padre malato, ne prenderà il posto, travestendosi da uomo. Per resistere agli attacchi degli invasori, Mulan dovrà mostrare la sua forza interiore, dimostrando a sé stessa e agli altri chi sia veramente, quale sia il suo posto, il suo destino e cosa sia capace di fare.
Il film, scritto e diretto dalla regista Niki Caro, è stato girato tra Cina e Nuova Zelanda, tra il 13 agosto 2018 ed il 25 novembre 2018. Il budget, stimato, oltre 300 milioni di dollari, è secondo – tra tutti i film prodotti dalla casa cinematografica di Topolino – solo ad “Avengers: Endgame”, il cui budget ammontò a 350 milioni di dollari. Chiaro che le aspettative sugli incassi siano molto alte e, forse, l’alone di mistero che gira su “Mulan” potrebbe essere una diversa strategia di marketing. In ogni caso a quattro mesi dall’uscita si sa – davvero – ben poco sul film e ciò aumenta la curiosità ed il potenziale numero di spettatori.
Tutto quel che si conosce grazie al teaser trailer e grazie alle poche informazioni trapelate – molto poco – ha scontentato gli appassionati del genere e, addirittura, invitato al boicottaggio. Vediamone i motivi.
Tra le prime notizie, che hanno trovato conferma dalla stessa regista, vi è la mancanza delle canzoni e delle colonne sonore che hanno contraddistinto il film d’animazione precedente e che gli avevano premesso di candidarsi all’Oscar nel 1999. I fans hanno manifestato il loro totale disappunto sui vari canali social, scrivendo che il remake, senza le canzoni e le colonne sonore del cartoon, non avrebbe potuto definirsi tale. Ma ciò che ha fatto gridare quasi allo “scandalo” è stata la mancanza del simpatico draghetto Mushu, doppiato nella precedente versione italiana da Enrico Papi e sostituito (così parrebbe!) da una fenice. La regista ha difeso le sue scelte dichiarando che vedremo sugli schermi cinematografici qualcosa di spettacolare.
Le prime immagini hanno indispettito anche la Cina, nonostante la visibilità cinematografica che, da tempo, non aveva sul grande schermo. Infatti con l’uscita del teaser trailer, al grande entusiasmo, si sono affiancate aspre critiche per le imprecisioni geografiche e storiche. Nell’ultimo film, infatti, Mulan abita in una rotonda casa tolou, una dimora rurale cinese, tipica della popolazione Hakka che visse un migliaio di anni dopo a questo personaggio e in una regione diversa. L’ anacronismo, è stato percepito da molti cinesi come una mancanza di rispetto per le tradizioni locali e per la storia della Cina. Il motivo è che un edificio tolou si avvicina maggiormente all’immaginario collettivo che gli spettatori occidentali hanno delle abitazioni cinesi.
Come se tutto ciò non bastasse, l’attrice che veste i panni della protagonista, Liu Yifei, ha rischiato di far boicottare il film per il suo sostegno (manifestato su Weibo, popolare social network cinese) alle forze armate cinesi, impegnate nella repressione delle proteste filo democratiche ad Hong Kong. Nell’agosto 2019, l’hashtag “BoycottMulan” è stato tra i trend topic più digitati al mondo. E’ stata sottolineata, inoltre, l’incoerenza con la protagonista del film che, invece, si batte contro gli invasori. Fortunatamente, per Liu e per il film, la polemica si è placata in poche settimane.
Comunque nonostante le diffidenze, le polemiche e i pericoli di boicottaggio, Mulan resta uno dei personaggi Disney più amati di sempre, in cui molte ragazze e donne si sono riconosciute e riviste. Il suo personaggio fa da apripista al messaggio femminista che solo da qualche anno la Disney sta promuovendo attraverso i suoi film. Mulan diventa l’emblema di chi lotta contro le proprie insicurezze e fragilità, contro un mondo governato da uomini, riscoprendo la sua strada. Non si accontenta di diventare una semplice sposa ma dimostra che le donne possono fare le stesse cose degli uomini, se non anche meglio.