Massimo Troisi: l’attore, regista, sceneggiatore e cabarettista italiano che sempre ci mancherà.
Nasce il 19 febbraio del 1953 a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli. Cresce in una famiglia numerosa, infatti nella sua casa abitano con lui i suoi genitori 5 fratelli, 2 nonni, gli zii ed i loro 5 figli.
Mentre studia, inizia ad interessarsi al teatro, cominciando a recitare nel gruppo teatrale I Saraceni di cui facevano parte Lello Arena e Enzo De Caro. Nel 1972 questo gruppo fonda il Centro Teatro Spazio all’interno di un ex garage a San Giorgio a Cremano. Nel 1977 nasce La Smorfia che debutta al Sancarluccio di Napoli. Negli che precedono il ’77, Massimo Troisi, Lello Arena ed Enzo De Caro si divertono a recitare nell’oratorio della chiesa di Sant’Anna, nella cittadina sangiorgese. È proprio lì che i loro concittadini li hanno conosciuti, assistendo ai loro sketch e alle loro commedie del tutto improvvisate, che riguardavano eventi della loro vita quotidiana e familiare rivisitata in chiave comica. La loro semplicità e la loro ironia ha fatto si che il popolo li amasse da subito, anche prima del successo. Tuttavia, come ogni trio che si rispetti, il “boss” era già stato eletto: era Massimo il prediletto, lui che faceva breccia nei cuori.
Dal 1981 comincia l’avventura anche nella sale cinematografiche con il primo film in cui è regista e protagonista Ricomincio da tre, un vero e proprio trionfo. Continua il successo del 1984 con Benigni in Non ci resta che piangere, e poi con il film Le vie del signore sono finite. E poi di nuovo impegnato con 3 film di Ettore Scola di cui Che ora è, che gli ha fatto vincere il premio come migliore attore (in coppia con Marcello Mastroianni) alla Mostra Internazionale del cinema di Venezia. Con Pensavo fosse amore invece era un calesse, Troisi firma la sua quinta regia cinematografica. Il 4 giugno 1994 ad Ostia, Troisi muore nel sonno a causa del suo cuore malato, 24 ore dopo aver terminato le riprese del film Il Postino.
Negli ultimi 2 anni della sua vita la compagna è stata Nathaly Caldonazzo, è proprio lei che in un’intervista racconta degli ultimi mesi di Massimo. L’attore era malato di cuore sin dall’infanzia. Qualche mese prima della sua morte insieme alla compagna era volato in America per un controllo, ma i medici avevano trovato le condizioni gravi e lo avevano sottoposto ad un’operazione d’urgenza. Purtroppo, l’intervento riuscì male e l’unica possibilità per continuare a vivere era il trapianto, che sarebbe dovuto accadere al suo ritorno in Italia. Intervento però a cui Troisi non ha voluto sottoporsi per lavorare come interprete e regista nel film Il Postino (il suo preferito e quello di molti altri), ostentando una caparbia volontà di recitare con il suo vero cuore, anche a costo della sua stessa vita.
Questo grande attore che ha fatto ridere tutti se n’è andato in punta di piedi ma resterà per sempre nei cuori degli italiani e soprattutto dei napoletani. La sua tomba nel cimitero di San Giorgio a Cremano è una lapide fra tante, anche se a renderla speciale sono le dediche e gli oggetti portati dai suoi fans. “Massimo sei l’orgoglio di Napoli!”