Napoli diventa il crocevia tra i due allenatori: uno che viene (Gattuso), l’altro che va (Ancelotti)
Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso si conoscono dai tempi del Milan, quando l’allenatore di Reggiolo allenava il centrocampista tutto quantità calabrese. Tempi gloriosi quelli passati insieme al Milan con una squadra che per anni è stata tra le più forti in Europa. I due insieme hanno vinto il campionato italiano e due UEFA Champions League. Gattuso non era il giocatore dai piedi perfetti, ma in campo dava tutto e Ancelotti a lui non rinunciava mai, affiancandolo a piedi delicatissimi come quelli di Seedorf, Pirlo e Kakà.
Il loro è stato un rapporto speciale, Ringhio quando segnava gol importanti al Milan faceva corse a tutta velocità verso la panchina, per abbracciare e scuotere la testa al suo allenatore. Gattuso nella conferenza stampa di presentazione da nuovo allenatore della Ssc Napoli ci tiene a ricordare il legame con Ancelotti: “Quello tra me e Carlo è un rapporto che va oltre quello di allenatore e giocatore, e non nascondo che in qualche momento di difficoltà qualche chiamata gliel’ho fatta a Carlo”.
Le carriere da allenatore: uno vincente, l’altro vorrebbe ripercorrere le sue impronte
Carletto è un allenatore vincente e, anche se a Napoli non ha fatto grandi cose, a parte strappare un pass per gli ottavi di finale di Champions, il suo palmarès la dice lunga sulla sua carriera da coach. Ha vinto praticamente ovunque ha allenato, un campionato italiano con il Milan, un campionato inglese con il Chelsea, un campionato francese con il Psg, un campionato tedesco con il Bayern Monaco, 3 Champions League: due col Milan e una con il Real Madrid, la decima per i Blancos, importantissima perchè aspettavano da anni.
Gattuso se da calciatore ha vinto molti trofei, diventando anche Campione del mondo con la nazionale italiana nel 2006, da allenatore oggi sta facendo le ossa.
La sua gavetta parte dal Palermo in Serie B, poi una breve parentesi sulla panchina greca dell’ Ofi Creta. Il ritorno in Italia da coach del Pisa in Lega Pro. Quì il primo anno ottiene la promozione in Serie B battendo il Foggia ai Play off. Poi viene la Primavera del Milan, e in seguito all’esonero di Montella viene scelto come suo sostituto in prima squadra. Riesce a sollevare le sorti di una squadra che passava un periodo difficilissimo e addirittura sfiora il quarto posto al suo secondo anno in rossonero. L’ultima panchina è appunto il Napoli, che lo ingaggia l’11 dicembre 2019 dopo l’esonero del suo ex allenatore Carlo Ancelotti.
L’obiettivo di Gattuso è recuperare i punti persi e qualificarsi in zona Champions
Napoli quindi rappresenta “il passaggio di consegne” tra l’allievo e il maestro. Gattuso avrà l’arduo compito di allenare un gruppo di calciatori che pare abbia perso le giuste motivazioni per fare bene. Alcuni sono alla fine di un ciclo come Mertens e Callejon, altri sono distratti dalle multe che la società ha inflitto loro per non essersi presentati in ritiro. La grinta di Gattuso dovrà essere linfa per i calciatori del Napoli, chiamati a scuotersi e salvare le sorti di un campionato ancora lungo. Gattuso sarà su questa panchina sicuramente fino a giugno, poi un possibile rinnovo in caso di buoni risultati. Un’occasione unica per Ringhio Starr, così è stato battezzato dal presidente Aurelio De Laurentiis in occasione della sua presentazione. E quando un cronista gli chiede se si auguri di compiere un miracolo, lui che si chiama come il patrono di Napoli San Gennaro, da buon scaramantico risponde: “Non offendere il vostro Santo, nessun miracolo, il nostro obiettivo è il piazzamento in Champions League”.