A Villa Bruno per ammirare i lavori realizzati dagli allievi del corso permanente di artigianato presepiale organizzato dall’A.I.A.P.
È in corso la XXVI mostra di arte presepiale anch’io presepio visitabile nelle sale di Villa Bruno dall’otto dicembre al sei gennaio ad ingresso libero. I presepi in mostra rappresentano le opere realizzate durante il corso permanente per l’artigianato presepiale organizzato dall’amministrazione comunale del comune di San Giorgio a Cremano in collaborazione con l’Associazione Italiana Amici del Presepe. Vista la grande partecipazione al laboratorio il comune sta pensando di rinnovare il corso anche per l’anno 2020, facendo di San Giorgio a Cremano un punto di riferimento dell’arte presepiale.
Il Presepe simbolo del Natale
La Storia
Il Presepe rappresenta la nascita di Gesù, l’arrivo per i fedeli cristiani, del figlio di Dio. L’usanza del Presepe arriva dall’età medievale e si è diffusa man mano tra tutti i popoli cattolici. Le prime testimonianze sulla natività provengono dai Vangeli di Matteo e Luca, dove troviamo gli elementi tradizionali: la grotta, la capanna, la mangiatoia, Giuseppe e Maria, i re Magi, il bue e l’asinello. In origine il termine presepe, dal latino prae (davanti) saepes (recinto) identificava la greppia: mangiatoia (Italia), krippe (Germania), crib (Inghilterra), krubba (Svezia), crèche (Francia).
Il Simbolo
Nella raffigurazione del presepe ci sono molteplici simboli, quelli provenienti dal Vangelo di Luca sono la mangiatoia, l’adorazione dei pastori e gli angeli nel celo stellato. Dal Vangelo di Matteo provengono i nomi dei re Magi Melkior, Gaspar e Balthasar: tre sacerdoti, un persiano, un arabo e un etiope, simbolo dei paesi cosiddetti sconosciuti. Inizialmente il numero dei Magi cambiava da due a dodici, poi papa Leone Magno, con un decreto papale, stabilì il numero in tre.
Appartengono invece alla simbologia sacra il colore azzurro del vestito di Maria simbolo del cielo, e il colore tenue del vestito di Giuseppe simbolo di umiltà. Anche la stalla e la grotta, luogo rappresentativo della natività, non sono mai citati nei Vangeli ma si riconducono alla simbologia tradizionale della religione cattolica: la stalla in quanto luogo dove si trovano il bue, l’asinello e la mangiatoria; la grotta in quanto simbolo di nascita della divinità cosmica.
Il Presepe a Napoli
In Italia sono presenti diverse varianti del presepe in base alla regione e alla tradizione degli usi e costumi locali. Il Presepe napoletano si caratterizza per la molteplicità dei personaggi, per le ricche scene rappresentate e per la spettacolarizzazione dell’evento. La famosa via San Gregorio Armeno ogni anno si riempie di turisti, venuti per ammirare l’arte presepiale.
I personaggi che non possono mancare sul presepe napoletano sono:
– il Benino, ovvero il dormiente che sogna il presepe; il vinaio, l’uomo con il fiasco di vino rappresenta la divinità pagana del vino; il pescatore “di anime”, il personaggio serviva ad eludere il divieto di rappresentare Dio nel presepe; i due compari, zi’ Vicienz e zi’ Pascal ovvero la Morte e il Carnevale; il monaco simboleggia l’unione tra sacro e profano;
Stefania, spesso rappresentata con un bimbo in braccio, simboleggia il miracolo, alla donna infatti era vietato adorare la nascita poiché non sposata, ma ella, per giungere dinanzi alla natività, si finse madre usando una pietra come bimbo avvolto in fasce. Giunta, il giorno successivo, al cospetto di Maria la pietra si trasformò in un bimbo vero, Stefano, così il 26 dicembre si festeggia Santo Stefano; la meretrice simbolo in contrasto alla Vergine, si posiziona alle spalle della mangiatoia; i venditori, uno per ogni mese dell’anno, rappresentano la vita quotidiana che ruota e festeggia l’evento divino.
Il presepe oggi non è più solo un simbolo di fede, ma simbolo identitario di cultura e tradizione. Il presepe napoletano ha saputo “evolversi” e adeguarsi ai tempi moderni, come testimoniano i personaggi che raffigurano politici, calciatori e personaggi dello spettacolo.