“Killer trasparente” è uno scatto del biologo e fotografo napoletano Guido Villani. Ha ricevuto una menzione d’onore dal concorso internazionale Beneath the Sea che si terrà nel New Jersey il 28 Marzo. Abbiamo parlato con l’autore di fotografia e ambiente.
Il titolo dello scatto “Killer trasparente” da sé è già abbastanza evocativo. Un semplice e apparentemente innocuo bicchiere di plastica diventa il principale nemico dei più piccoli animali marini. A regalarci questa potente immagine è Guido Villani, biologo presso l’Istituto di Chimica biomolecolare di Pozzuoli. Il dott. Villani è anche un fotografo subacqueo molto apprezzato e attivo dalla fine degli anni ’70. Grazie al suo lavoro è nata la passione per la fotografia, che lo ha visto premiato fin da subito dai primi concorsi nazionali. Guido ha viaggiato tanto, dalla barriera corallina
australiana, all’Indonesia, che definisce “vero e proprio paradiso terrestre dei fotografi”. E purtroppo non è la prima volta che nota tracce dell’uomo sui fondali.
In cosa consiste il tuo lavoro?
“Lavoro presso l’istituto di Chimica biomolecolare, nel reparto sostanze naturali. Io ed un altro biologo collaboriamo con un gruppo di chimici organici e farmaceutici. Il nostro compito è di isolare, caratterizzare chimicamente e comprendere il ruolo chimico di alcune sostanze presenti in piccola traccia in vari invertebrati marini, piante marine, alghe…Il compito principale è di scoprire molecole chimiche nuove , capire a cosa servono all’organismo che le produce, come vengono sintetizzate. Molto spesso molti di questi composti hanno anche un risvolto farmacologico”.
Il concorso “Beneath the Sea” ti ha attribuito una menzione d’onore per lo scatto “killer trasparente”. Il soggetto è una medusa intrappolata in un bicchiere di plastica. Ci racconti il retroscena?
“Al molo Garibaldi nella Marina di Bacoli, quando soffia il vento, di libeccio in particolare, per un gioco di correnti si accumula molta spazzatura, ma vengono portati a riva anche molti di questi organismi pelagici. Mi è capitato di notare questa piccola medusa finita dentro un bicchiere. Purtroppo cose del genere si vedono abbastanza frequentemente”.
“chi maggiormente fa danno al mare è chi col mare ci vive”
Immagino che non sia la prima volta che ti capita di imbatterti in una scena simile. Quali sono quelle che ti sono rimaste impresse?
“Da quando ho cominciato ad andare sott’acqua nel ’68 queste scene sono in aumento. Soprattutto con attrezzi da pesca abbandonati. C’è una quantità enorme di reti, nasse e palangari abbandonati sul fondo. Una rete abbandonata non smette di pescare. Ciò che posso costatare, avendone prova, è che chi maggiormente fa danno al mare è chi col mare ci vive: i pescatori. Paradossalmente”.
La fotografia ti ha premiato più volte. In Italia, ed in modo particolare a Napoli, credi si dia il giusto peso all’arte fotografica?
“Negli ultimi anni ci sono molte associazioni che diffondo la cultura della fotografia. Corsi, iniziative varie, concorsi, uscite tematiche per i neofiti. A Napoli in particolare c’è un bellissimo fervore. Anche nel campo della fotografia subacquea. Con il digitale chiunque può scendere in acqua e scattare a costi contenutissimi”.
“Vedere un pesce come se tu fossi un pesce”
Quando ti capita di imbatterti in specie che non avevi mai visto cosa provi? Che rapporto hai con gli animali?
“Capita spesso di incontrare specie in situazioni, atteggiamenti particolari, momenti della loro vita che tu non avevi visto prima. E’ un’emozione SEMPRE. Ogni volta che ti butti in acqua. Per osservare certe cose devi cercare di guardarle non da un punto di vista antropologico, che è il modo
peggiore per approcciarsi al mondo naturale. Piuttosto cercare di mettersi “dall’altra parte”, di vedere un pesce come se tu fossi un pesce”.
Oggi si parla costantemente di inquinamento eppure, come dimostra anche il tuo scatto, le condizioni dei mari non sembrano migliorare. Come vedi il futuro? Sei ottimista?
“Dove non c’è educazione ambientale, va imposta. Solo decisioni dall’alto possono impedire certi atteggiamenti errati e la diffusione di una cultura che miri di più al recupero e al riciclo, alla riduzione dell’uso della plastica. Il problema è dei numeri, non del singolo. Se un atteggiamento sbagliato viene moltiplicato per milioni e milioni di persone, diventa un vero problema”.
Conoscere per amare e rispettare
Credi che la fotografia, come forma d’arte immediata e potente, debba essere usata di più come strumento di sensibilizzazione?
“Può servire più uno scatto che una di quelle operazioni di recupero dei fondali”.
Che intendi per operazioni di recupero? “Ci sono molte associazioni che spingono per le pulizie dei fondali. Un’operazione dimostrativa. Non dico che è inutile ma poco educativa. Uso il mio tempo piuttosto nelle scuole, per portare i ragazzi più giovani ad una migliore comprensione del mondo in cui vivono. Solo se lo capiscono possono apprezzarlo e rispettarlo. Per esempio, c’è un progetto a cui da vari anni collaboriamo come Istituto, patrocinato dal comune di Napoli, “La Scuola a bordo” al quale partecipano molte scuole medie.
Il dott. Villani è impegnato in vari progetti, tra cui il 10° corso teorico pratico di biologia marina, che si terrà dal 22 al 27 giugno 2020 nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, e “Conosciamo il nostro mare” una serie di incontri gratuiti per conoscere e apprezzare i nostri fondali, con la collaborazione di alcuni tra i fotografi subacquei campani più apprezzati.