Perché si dice che l’anno bisestile porti sfortuna?
Vi siete mai chiesti il motivo per cui, secondo il famoso proverbio, la ruota della fortuna nel corso dell’anno bisestile dovrebbe improvvisamente smettere di girare? Le ragioni, che portano quest’anno caratterizzato da 366 giorni vedersi addebitare tale malasorte, sono da ricercare in tempi molto antichi.
Pare infatti che questa credenza risalga al periodo degli antichi romani e pertanto arrivò a diffondersi in tutte le zone dell’Impero. Probabilmente, l’idea negativa attribuita agli anni bisestili deriva dal fatto che il mese di febbraio fosse per tradizione dedicato ai riti funebri, i cosiddetti Feralia.
Un’altra ipotesi, risalente sempre al periodo romano e per la quale sussisterebbe tale idea, riguarda il concetto di anomalia e irrazionalità. Il solo fatto che fosse presente un giorno in più rispetto alla norma era visto di cattivo auspicio, portando così all’idea di considerare l’anno come funesto.
Come se non bastasse, nel XV secolo, si aggiunse il pensiero del medico e scienziato Michele Savonarola, nonché nonno del noto frate domenicano Girolamo Savonarola. Quest’ultimo, infatti, andò affermando che gli anni bisestili fossero portatori di epidemie, tenendo conto di alcuni episodi del passato; episodi che, a parer suo, non potevano di certo passare per delle semplici coincidenze.
Ancora oggi, in particolar modo per chi presenta un’inclinazione alla superstizione, non si vuol sentire ragione a riguardo, credendo fermamente che in fondo l’anno bisestile possa essere causa di potenziali sventure. A prova di ciò sono diversi i casi nefasti a cui poter fare riferimento. Tra questi sono da ricordare i terremoti di Messina, del Belice e del Friuli, verificatisi rispettivamente nel 1908, nel 1968 e nel 1976.
Se vi state domandando come riconoscere un anno bisestile è sufficiente operare una divisione a seconda che l’anno in questione sia secolare o meno. Per l’anno secolare, che va a determinare la fine di un secolo come il 1800 o il 2000, basta verificare se questo sia divisibile per 400; per l’anno non secolare, invece, basta verificare che sia divisibile per 4.