2D'A labdesign

2D’A labdesign

Progettare casa ai tempi del covid-19: pregi e difetti delle nostre abitazioni.

Da sempre considerata rifugio confortevole dopo lunghe giornate di lavoro, oggi la casa è vissuta come mai ci saremmo aspettati, ed è proprio questa restrizione domestica che ci ha fatto scoprire pregi ma soprattutto difetti all’interno delle nostre abitazioni.

Fabio D’Alema e Tiziana D’Ambrosio sono gli architetti dello studio 2D’A labdesign  –  Interior Design di Portici. Insieme a loro abbiamo provato a tracciare qualche considerazione sul binomio casa/quarantena e l’analisi scaturita ha dell’interessante.

Fabio, Tiziana, in questo periodo di pandemia che ci costringe a un isolamento forzato, quanto è opportuno pensare alla progettazione di una casa?

“Molto più di quanto possa sembrare! La pandemia di Coronavirus sta cambiando le nostre vite e le nostre abitudini. Stando in isolamento per più di due mesi all’interno delle nostre case, siamo anche più consapevoli dei limiti delle nostre abitazioni, e riflettiamo su come potrebbero essere più piacevoli, confortevoli, sicure e sane.

L’emergenza che stiamo vivendo, decisamente fuori dal normale, spinge dunque noi progettisti ad attribuire nuove funzioni e nuovi spazi vitali alla casa; chissà che non nasca una nuova figura di architetto, l’Architetto postpandemico!”

Mobile con zona studio a scomparsa e piante Sansevieria per  purificare l’ambiente
(Per altre foto: dall’app INSTAGRAM, studio2dalabdesign)




Cambiano le abitudini, cambiano le esigenze?

“Da quello che abbiamo potuto appurare, anche mediante interviste sui canali social ai nostri follower o clienti ai quali in passato abbiamo realizzato case, ci siamo resi conto che gli spazi multifunzionali sono essenziali in un momento come questo in cui siamo costretti a fare tutto da casa, dal lavoro all’attività fisica. A causa delle restrizioni, infatti, i servizi e gli attrezzi generalmente offerti dalle palestre (cyclette, manubri e tappetini da yoga) saranno sempre più inglobati nelle nostre case; inoltre punto focale diventerà lo spazio esterno quale esso un terrazzo per i più fortunati, un balcone oppure semplicemente un piccolo angolo garden interno.”

Oggi la casa, per forza di cose, non è più il luogo dove rincasare per rilassarsi, ma diventa anche spazio dove potersi concentrare e lavorare. Come si adattano le quattro mura a questa nuova prospettiva?

“Una particolare riflessione va fatta sullo smart working e sulla possibilità di lavorare da casa. In queste settimane difficili ed interminabili l’abitazione ha assunto infatti un aspetto differente: la sala da pranzo ad esempio alterna la sua funzione canonica con quella di spazio di lavoro; sul tavolo è un continuo avvicendarsi di tovaglia, piatti e bicchieri versus penne, matite e fogli di carta!

Si tratta di una condizione strana e inusuale, che offre opportunità per sperimentare visioni future sulla coesistenza tra abitare e lavorare ma, soprattutto, non garantisce nulla sulla durata. Lo smart working ha, infatti, registrato un incremento improvviso proprio perché è lo strumento che meglio si è dimostrato capace di venire incontro all’emergenza Coronavirus. Ma la domanda che ci si pone, a questo punto, è: le nostre case sono davvero adatte a questa nuova forma di lavoro? Si può, insomma, parlare davvero di “smartHOME”?

Vi rigiro la domanda: le nostre abitazioni sono congrue allo smart working?

“Probabilmente vanno adattate. Noi come studio di Architettura ci stiamo approcciando a nuove prospettive progettuali, piccoli spazi verdi “indoorgarden” per la purificazione dell’aria ma anche per un’esperienza sensoriale che distacca lo spettatore dalla sensazione delle quattro mura, arredi polifunzionali, inclusione di più spazi attrezzati per il lavoro remoto, dalle stanze indipendenti agli ambienti riconfigurabili a seconda dell’ora della giornata. Questo dunque il nuovo concetto di casa!”

Immagine virtuale di una zona studio in un salone a doppia altezza
Mobile con zona studio a scomparsa e piante Sansevieria per  purificare l’ambiente
(Per altre foto: dall’app INSTAGRAM studio2dalabdesign)

Mai come oggi abbiamo bisogno di sentirci a proprio agio nello spazio domestico: è in questo particolare periodo che ci si rende conto di quanto sia importante che la casa corrisponda ai bisogni e ai desideri di chi la vive. Cambiano le mode, cambiano le esigenze e le abitudini, e chissà che il lavoro da casa non diventi regola. E allora, in attesa della fine lockdown, possiamo mettere in cantiere piccoli o grandi interventi di ristrutturazione, per non vivere mai più la casa come una prigione, ma come uno spazio confortevole di cui riappropriarsi.

Per consulenze: STUDIO 2D’A labdesign  –  Interior Design

Arch. Fabio D’Alema & Arch. Tiziana D’Ambrosio

Via Amendola, 1 bis – 80055 – Portici (Na)

Tel. 0810493885 – Cell. 3384551641