L’origine dell’espressione napoletana utilizzata per avvertire dell’imminenza di un grande temporale
Il napoletano, la nostra meravigliosa lingua, è costellata di proverbi, modi di dire ed espressioni che spesso non trovano traduzione in italiano. Si pensi a cazzimma, sbariare o ambaradan, e tra queste vi è anche ‘o pata pata ‘e l’acqua. Vi siete mai chiesti perché si dice così? Questo modo di dire in napoletano significa come noi tutti sappiamo che è imminente un grande temporale e che questo sta per abbattersi sulla città. Ma da dove deriva questa espressione onomatopeica dal suono ritmico come tante altre parole napoletane? L’origine etimologica della frase risale al Greco antico: parapatto infatti significa “del tutto acqua” con il significato figurato di spargere copiosamente tutto intorno, con chiaro rimando ai temporali.
Altra versione è invece quella secondo la quale si riferisca al Padre Abate, in napoletano ‘o Pate Abat’, che storpiato diventa patapata. Essendo la più alta figura ecclesiastica del monastero, è associato ad eventi importanti, i più grandi che siano mai visti. Diversa è la versione secondo la quale risalga ad un ignoto Padre Abate napoletano rigido e severo che impartiva le punizioni più temibili ai monaci che infrangevano le regole dell’ordine. Da qui si diffuse nella credenza comune che gli eventi più disastrosi e catastrofici come un forte temporale e la pioggia incessante fossero augurati proprio dal suddetto Padre Abate.
Più suggestive sembrano invece le ipotesi che la locuzione derive da “Il padre padre dell’acqua”, ovvero il più grande di tutti i temporali, dal momento che padre in napoletano si dice pat’. Altri invece pensano che derivi dal suono onomatopeico della pioggia battente ( pat pat) che emana quel profumo inconfondibile di terra umida.
Una lingua la nostra che, riconosciuta dall’Unesco, sa esprimere in modo così palpabile la quantità d’acqua scaturita da un violento temporale. Di fatti non è possible trovare in italiano un corrispondente di questa espressione che garantisce la stessa efficacia descrittiva. Vale lo stesso per il fenomeno che viene dopo l’acquazzone, che in napoletano prende il nome di schizzichea: ovvero quella pioggerellina innocua che si manifesta con l’uscita di scena di un temporale. Il cantautore napoletano Pino Daniele ha preso in prestito la parola schizzichea per dare il nome ad una canzone, forse non tra le più celebri dell’artista partenopeo, facente parte dell’album “Schizzichea in love” pubblicato nel 1988.
L’evento che invece precede o pata pata e l’acqua è ‘a buriana, preceduta a sua volta dal bafuogno. ‘A buriana deriva dal latino: borea tramontana, ma a questa origine se ne contrappone anche un’altra dal turco: buran vento turbinoso. Per estensione si definisce buriana qualunque litigio burrascoso, qualunque caos, proveniente anche dalla strada, diventa una buriana, un trambusto turbinoso, un gran vociare.
E voi l’avete mai sentita l’espressione pata pata e l’acqua? Raccontatecelo e se passate per Napoli e la sentite invocare, cercate riparo che sta arrivando il temporale!