Così i Corallini si emozionano tra arte e folclore. Tutti i miti di Torre del Greco, la città all’ombra del Vesuvio.
Torre del Greco: una città geograficamente posizionata ai piedi del Vesuvio – 85.762 anime, dirette dal sindaco Giovanni Palomba, famosissima per il corallo e per i suoi naviganti – che resiste alla globalizzazione e non perde le sue tradizioni.
Sicuramente, alcune di queste sono molto sentite dai corallini e probabilmente è la festività dell’otto dicembre a suscitare più emozione, quando la popolazione torrese scende in piazza per ammirare l’uscita dalla chiesa della Madonna, proclamata patrona della città dal parroco dalla basilica, perché riuscì a fermare, con la sua mano, la lava del Vesuvio che, imperterrita, stava per distruggere tutto.
L’Immacolata Concezione viene allestita dai portantini in maniera diversa ogni anno, questi ultimi la rendono graziosissima, sembra una principessa. Gira per le strade torresi a portare la sua benedizione (per chi è credente) e poi ritorna in Basilica.
Il momento più toccante, però, per il popolo di Torre del Greco, avviene all’uscita della Madonna dalla Basilica, quando tutti i devoti si posizionano sotto al carro per aiutare i portantini nel momento topico di tutto il percorso: quando la statua della Vergine viene posizionata sulle loro spalle. Nel corso di questi anni, non sono mancanti altri momenti suggestivi, come quando un ragazzo diversamente abile venne sollevato dai portantini all’altezza dell’Immacolata Concezione per consentirgli di ammirarla in tutta la sua amenità.
Dal 2018, i torresi non scendono più in piazza solo per questo evento, ma anche per il parroco Vincenzo Romano, proclamato Santo il 14 ottobre da Papa Francesco, dopo avergli attribuito il miracolo di tre ammalati.
San Vincenzo Romano era il parroco della basilica di Santa Croce, un pastore di Dio ben voluto da tutti che attirava i fedeli per il suo carisma e prestigio, famoso per essere stato eletto protettore dei pescatori. L’attuale parroco della basilica ha espresso il desiderio di proclamare una grande festa, per onorare il prete santo, richiamando il popolo per riunirsi in preghiera e festeggiare per le strade dove è cresciuto.
L’ultima tradizione, non meno importante, anche se citata per ultima, è la fede calcistica per la Turris, la squadra di Torre del Greco che milita in serie D. Dal 1944, anno in cui è nata, è seguita dai torresi con partecipazione e dedizione, anche in trasferta. Torre del Greco non è attraversata solo da momenti tenebrosi, ma anche da situazioni raggianti come questi che abbiamo raccontato.
E tu quale tradizione di Torre del Greco preferisci?