In ogni parte del cosmo esistono animali particolari, portatori di mistero, fascino e magia e legati a leggende o miti.
Come in un lampo a ciel sereno giunge la notizia legata al noto Johnny Depp. Dopo tre successi, l’attore non interpreterà più il terribile Grindelwald, personaggio della saga “Animali fantastici e dove trovarli”. LoSpin-off di Harry Potter unisce mondo umano e magico, sul piccolo schermo di tanti telespettatori. Pochi però sanno che così come nel film anche nella realtà esistono animali tanto particolari da sembrare personaggi della saga stessa, portatori di magia e leggende in tutto il mondo. Eccone alcuni.
Maneki neko
Immaginate di camminare sotto la pioggia nel rombare forte dei tuoni. Lì nel buio della notte, al riparo sotto le foglie di un albero, un gatto potrebbe farvi cenno con la zampina.
Questo è ciò che successe ad un “daymo” (un ricco signore feudale) nella città di Tokyo nel XVII secolo.
“C’era una volta un tempio, chiamato Tempio di Gotoku, situato in un quartiere povero di Edo (oggi Tokyo). Era un tempio malandato e trascurato; il salone principale era privo di splendore e il suo altare era ridotto a un semplice pezzo di legno.
All’interno di questo decadente edificio un monaco che non aveva mai perso la speranza che quel luogo potesse ritornare all’antico splendore, e pregava di poter trovare fondi a sufficienza per poterlo restaurare.
Una sera mentre il monaco si apprestava a cucinare, notò un gatto seduto all’ingresso. Ebbe pietà dell’animale e divise con lui la sua cena. Da quel giorno, ogni sera il gatto tornava dal monaco che divideva con lui la sua cena.
Una sera, abbattuto per le disastrose condizioni del tempio, disse al gatto: “ah se solo fossi un uomo e non un gatto, forse potresti essermi più di aiuto”! Il gatto lo guardò, strofinò la testa e rispose con un dolce “miao”!
Poco dopo si scatenò un violento temporale e in quelle vicinanze un ricco feudatario e i suoi samurai stavano cercando riparo dopo una battaglia a Osaka. Nel bel mezzo della pioggia, Naotaka, il ricco feudatario, vide il gattino che alzava la zampa come se volesse salutarlo; Naotaka lì per lì si stupì nel vedere un gattino stare fuori in mezzo ad una tempesta, così si avvicinò al micio. Mentre si chinava il gatto si allontanò un pò come per intimargli di seguirlo fino a che non lo portò al tempio di Gotoku dove c’era ancora il monaco che si stava riparando.
Il monaco vedendo il feudatario e i suoi uomini gli offrì riparo e un posto vicino al fuoco. Naotaka rimase molto colpito dalla gentilezza del monaco tanto che decise di restaurare quel tempio e farlo diventare il suo tempio di famiglia. Da quel giorno quel luogo prosperò e portò a molti tanta fortuna.
Quando alcuni anni dopo il gattino morì, il monaco gli eresse una statua in suo onore che lo raffigurava con la zampa alzata mentre saluta e lo posizionò nel giardino del tempio.”
Kitsune
Sempre cara alla mitologia Giapponese è la Kitsune, una volpe in grado di vivere per tantissimo tempo e diventare sempre più potente. La leggenda narra che sia un animale saggio, forte ed in grado di mutare forma. Si dice infatti che spesso assuma sembianze femminili per ingannare l’uomo. Simbolo della sua possanza sono le code, fino ad un massimo di nove. Questo animale, giunto nel pieno della sua energia, assumerebbe un manto bianco o dorato.
La volpe dalle nove code (ossia la Kitsune) è stata ripresa anche da un noto manga: Naruto. Per saperne di più sui manga, vai al seguente link.
Shima enaga
Sempre in Giappone è possibile veder svolazzare uccellini dalle piccole dimensioni, gli Shima Enaga. Riconoscibili dalla loro coda lunghissima, tali animali possono assumere svariate colorazioni, ma quelli più particolari sono quelli dalla livrea bianca. Simili a piccoli batuffoli di neve, vivono appollaiati sulle una foglie o sulle tettoie ed emettono caratteristici richiami vocali. Infatti, durante gli spostamenti si tengono in contatto tra loro e più aumentano le distanze, più diventa forte il loro piacevole cinguettio.
Anche il pettirosso, seppur piccolo, ha il suo posto nel mondo
Secondo una leggenda questo piccolo uccello aveva in origine il piumaggio di un spento colore grigio. “Era una notte gelida, quando in una umida grotta riposava l’ancora neonato Gesù. Uno di questi uccellini notò che il fuoco che riscaldava la stalla della Sacra Famiglia a Betlemme stava ormai per spegnersi, così iniziò a sbattere le ali per ravvivare il fuoco. Il mattino seguente all’anonimo uccellino venne regalato un petto rosso, per ringraziarlo dell’amore dimostrato verso il Bambin Gesù.”
Tamarino Imperatore
Si riconosce da subito, grazie ai suoi mustacchi bianchi, in risalto su di un manto tendenzialmente scuro. Deve il suo nome all’esibizionismo dell’imperatore Guglielmo II, che sfoggiava simili baffi. L’appellativo attribuito all’animale per scherzo, piacque così tanto agli zoologi da restare come tale. Tuttavia pare che la tendenza al comando sia caratteristica solo alla femmina di questa specie. In particolare, dopo il parto la femmina delega al maschio l’allevamento e la difesa dei piccoli, fino allo svezzamento completo. Il compito dell’ “imperatrice” è invece il solo allattamento, all’incirca ogni due o tre ore.
La triste storia di una freccia dorata
La sfumatura vivace di questo anfibio, se per l’uomo è affascinante, per gli altri animali è simbolo di minaccia. Sembra infatti che la rana assuma questo colore fosforescente per difendersi dai suoi probabili predatori, che farebbero bene a starle alla larga. Infatti la sua caratteristica è un potente veleno, mortale per ogni essere vivente. Tanto che nelle zone della Colombia il nome rana dorata muta in rana freccia: l’uomo infatti usa il suo veleno per creare cerbottane velenose.
Codirosso spazzacamino
Questo uccellino dal nome simpatico si riconosce dal suo codino rosso, sempre in movimento. Diffuso in Europa e in Asia centrale è un volatile abitudinario. Predilige infatti sempre lo stesso posatoio per avvistare come un radar le minacce o nuove prede di cui cibarsi. Dotato di una estrema intelligenza e agilità cattura gli insetti al volo. La sua magia? Si dice che porti fortuna proprio come lo spazzacamino.
Gazza ladra
Quando avvistate una gazza ladra nascondete tutti gli oggetti dorati. Il suo nome, infatti, deriva proprio da questa sua psicosi cleptomane: ama il luccichio o le uova di altri uccelli. La sua razza, dal nome scientifico “Pica Pica”, è legata ad un mito dell’antica Grecia. Stiamo parlando delle Pieridi, le nove figlie di Pierio, Re di Emazia in Macedonia. Amate da tutti per la loro voce melodiosa vollero sfidare le potenti muse. Furono sconfitte da Callisto, che per punirle dell’onta le privò di ogni cosa, anche del canto. Furono infatti trasformate in gazze, “un uccello che non emette un vero e proprio canto ma un suono simile a un cicaleccio aspro e sgradevole”. (Elicriso ambiente e natura).
Le lucciole e il principe Lumil
Dalla notte dei tempi, le lucciole sono animali notturni, portatori di luminosità in tutto il cielo. Tuttavia tanti anni fa, il loro bagliore era offuscato dalla tristezza: di notte questi insetti non avevano alcun fiore dove posarsi. Vagabonde malinconiche, il loro principe Lumil piangeva dirottamente, fin quando la Luna non scese in suo soccorso. Seminò una sua ciglia tra i prati e così germogliò un nuovo fiore “la bella di notte”. Si tratta di una pianta erbacea che si schiude solo nelle ore buie, divenendo in questo modo la dimora notturna delle lucciole.
Rispettare la natura e gli animali in ogni loro aspetto
Queste tante leggende mostrano un mondo ricco di tonalità, suoni e mistero. Un mondo suggestivo e particolare, in cui talvolta l’uomo e il creato diventano una cosa sola, proprio come nel tanto amato spin-off “Animali fantastici e dove trovarli”. Il tutto in onore della natura, che deve essere rispettata in ogni sua forma, come ricorda anche la redattrice Erminia Mocerino in due precedenti articoli. Per saperne di più, i rispettivi link: