Studi scientifici evidenziano gli effetti, i possibili scenari e come combattere un virus che insidia anche la testa.
Non si allenta la morsa del covid-19 in Italia. I dati non confortano e non si esclude l’entrata in vigore di misure maggiormente restrittive. Ma il coronavirus, oltre ad aver avuto l’evidente effetto epidemiologico sulla popolazione di tutto il mondo, ha allarmato i servizi assistenziali a causa del notevole impatto che ha avuto sulla salute mentale.
Numerosi gli studi scientifici effettuati dall’università di Basilea e pubblicati su PLOS ONE: un intervistato su dieci ha riportato bassi livelli di salute mentale, con disturbi legati allo stress, alla depressione, agli affetti negati, e in generale, a una visione pessimistica della realtà presente e futura. Il 50% degli utenti interrogati, lamentava problematiche più lievi, ma comunque non esenti da eventuali complicazioni. In un contesto in cui l’iterazione sociale è stata ridotta al minimo senza possibili vie di fuga, non hanno tardato a presentarsi sintomi depressivi o psicopatologici: noia e frustrazione hanno regnato nelle giornate di moltissima gente, che vistasi incapace di mantenere il proprio stile di vita è precipitata nel baratro di emozioni complesse e problematiche.
Nel contesto di pandemia in cui molte persone si sono viste catapultate per la prima volta, il nostro cervello si è quasi interamente concentrato sulla priorità di non rimanere senza i beni fondamentali per la sopravvivenza.
Anche in questo caso, non importava che i supermercati fossero continuamente riforniti e che le autorità si raccomandassero di non fare razzie nei negozi. La mente umana ha cominciato a slatentizzare veri sintomi depressivi, continuando ad agire seguendo pochi impulsi naturali: la paura e la costrizione di rimanere chiusi in casa per diverse settimane, hanno condotto a pensare che determinati beni potessero finire, spingendo a fare scorte esagerate e immotivate. Per molte persone, nel momento massimo di crisi, la mente si è disconnessa e ha perso fiducia.
L’intervento dell’OMS
Ovviamente anziché agevolare, questi pensieri pertinenti al contesto epidemico, non fanno altro che peggiorare la situazione in cui tutti ci vediamo coinvolti, e il fattore in comune che ne deriva è il cosiddetto pensiero catastrofico, ovvero la tendenza ad anticipare il peggio. In particolare, l’isolamento sociale, il senso di solitudine, la paura dell’infezione e del contagio da Covid-19, il timore di non avere beni di prima necessità a sufficienza, la scarsità delle informazioni condivise dalle principali agenzie sanitarie nazionali e internazionali, rappresentano fattori di rischio in grado di causare un aumento di sintomi ansioso-depressivi, insonnia, irritabilità, oltre che un maggiore utilizzo di sostanze stupefacenti e, infine, la comparsa di ideazione suicidaria nella popolazione.
Per cercare di frenare quanto prima l’impatto del lockdown sulla mente umana, il 6 marzo 2020 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha divulgato alcuni consigli da seguire per gestire lo stress associato alla emergenza sanitaria globale del COVID-19 che ha sintetizzato in diversi documenti intitolati: “Cosa possiamo fare per evitare che la paura si trasformi in angoscia?”
Diversi i suggerimenti per passare il tempo stando in casa, tra i quali l’utilizzo dei social-network per continuare a sentire quotidianamente chi vogliamo, leggere ciò che ci interessa, sfogliare riviste online o persino andare per negozi virtuali a fare shopping: tutte le numerose opzioni messe a disposizione dalla nostra tecnologia. Ma ci sono anche altre possibilità: riscoprire il piacere del clima familiare, reimpostare la routine quotidiana su ritmi più lenti e piacevoli, condividere attività, rispolverare giochi di quando eravamo più poveri di tecnologia
Combattere la paura ossessiva del contagio
La paura da contagio Covid-19, la ricerca dell’immunità, il timore di ammalarsi e di perdere i propri cari, possono generare un senso di angoscia ponendoci davanti alle fondamentali questioni del senso della nostra vita e del senso di limite: la pandemia ci ha sorpresi, mettendoci di fronte a delle verità certe, prima di tutte la limitata capacità di controllare ciò che ci circonda. Poter controllare ogni cosa è una delle illusioni più grandi dei nostri tempi.
In uno scenario incerto come quello dettato dal clima di emergenza che stiamo vivendo, la nostra mente va supportata quotidianamente, e non afflitta con innumerevoli domande che renderebbero la situazione soltanto meno rassicurante. Bisogna prestare ascolto alle fonti ufficiali e affidabili, e tenere lontana la paura ossessiva di contaminazione attraverso la giusta prevenzione.
Con lo sforzo di tutti, si introdurranno risorse umane preziose, ma è di primaria importanza che ognuno di noi mantenga il controllo della propria salute mentale. La filosofia e la psicologia, ora più che mai, possono diventare i nostri migliori alleati, affinché ognuno di noi possa imparare a gestire lo stress e assumere la solitudine come un’opportunità per conoscersi meglio e custodire i propri sentimenti.