Una metropoli in continuo movimento
Che la si ami o la si odi non fa alcuna differenza. Berlino non passa mai inosservata e fa sempre parlare di sé, anche a distanza di anni. Klaus Wowereit, sindaco di Berlino tra il 2001 e il 2014, disse che la sua città era, confrontata con altre metropoli, “povera ma sexy!”. Da allora, questa espressione ha fatto il giro del mondo. Che avesse torto o ragione, i dati dicono che, in effetti, la capitale tedesca accoglie ogni anno ben 14 milioni di persone, come prova della sua suggestione.
Una città singolare, soggetta a un assiduo e irrefrenabile mutamento. Costretta al continuo divenire e mai all’essere. Il giornalista e critico d’arte tedesco, Karl Scheffler, ne parlò proprio così: “è la tragedia di un destino che condanna la pur tanto cresciuta Berlino a una continua evoluzione, da insediamento slavo di pescatori a potente metropoli e capitale, senza mai giungere al compimento del processo”. Ogni giorno, infatti, in ogni angolo della città, cose sempre esistite vengono allo scoperto come nuove, insieme alla sensazione che ci sia ancora dell’altro.
Un passato, inutile nasconderlo, pesante, segnato da due conflitti mondiali e dagli orrori del nazismo. Una città successivamente divisa in due per 28 lunghissimi anni dal filo spinato e da un enorme muro di cemento, di cui oggi non resta molto. A differenza di quanto si possa pensare, nonostante il suo trascorso è tuttavia una città leggera, che può essere vissuta in tanti modi: a partire dall’arte, passando per il cinema, l’architettura, la musica, fino al teatro. Oggi rappresenta un luogo che guarda al futuro, dove un nuovo stile di vita sembra ancora possibile.
I berlinesi, dal cuore ruvido ma allo stesso tempo accogliente, contribuiscono inoltre a creare l’atmosfera tipica della capitale tedesca. È proprio qui, infatti, che si incontrano 190 nazionalità diverse. Ma a metterci il cuore e ad arricchire ancora di più l’atmosfera sono inoltre i numerosi visitatori attratti dall’entusiasmo che la metropoli sprigiona e dalla dinamicità che la contraddistingue.
Un contributo al mosaico berlinese è dovuto, inoltre, al numero quasi incredibile di attrazioni. Chi sente parlare di Berlino, pensa in primo luogo alla porta di Brandeburgo, l’edificio più famoso della metropoli, che rimase a est, a pochi metri da quel muro che ne impediva l’accesso ma non la vista: è questa una delle ragioni per cui il popolo berlinese, conscio del proprio passato e fiero della propria unificazione, ne fa di fatto l’emblema della città.