Veduta di Roma Fotografia di Gennaro Parente

Roma, la città che scorre sul fiume del passato, del presente e del futuro

Sulle tracce delle imprese che resero e rendono Roma una città imperiale

Nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all’infinito”, afferma con ragione Jacques Attali, riferendosi indubbiamente anche all’Impero Romano. Tuttavia non si può negare quanto la sua sontuosità e regalità continuino a sopravvivere tutt’oggi, riflettendosi in alcuni grandi monumenti. Oggi sono divenuti simboli dell’Italia, custodi di tradizioni e storie in ogni punto. Ad esempio sul passetto di Borgo, si sentono ancora gli zoccoli dei cavalli, in corsa per salvare Clemente VII dall’attacco dei Lanzichenecchi. Si tratta del Sacco di Roma, occasione in cui il papa si rifugiò presso il castello vicino per avere salva la vita. Oggi, vittoriosi e vinti sono defunti, ma questo “passaggio” tra passato e presente sopravvive ancora per testimoniare l’amara vicenda.

Tuttavia da questo attacco, Roma si rialzò più forte di prima. Infatti, nella città attuale sono tante le tracce delle sue vittorie, come l’Arco di Costantino o la colonna di Marco Aurelio. Ovviamente dai tanti trionfi conseguivano la potenza, la prosperità economica e lo sfarzo, eventi favorevoli per la nascita di nuove opere. Tutto questo accadde ad esempio nel tempo del “buon imperatore” Adriano.

Il regno di Adriano tra pace, sicurezza e cultura

State tranquilli: poiché Adriano è divenuto imperatore, voi siete salvi”, salito all’impero furono queste le parole del nuovo sovrano. In effetti, fu proprio la salvezza, la pace e la serenità a contraddistinguere il suo regno, insieme ad un amore immenso per la cultura. Le tante imprese da lui compiute ne fanno appunto da testimonianza. In particolare, amava molto viaggiare per le varie regioni dell’Impero, le quali dopo il suo passaggio non restavano mai uguale a sé stesse. Infatti, sotto di lui ci fu un vero e proprio boom edilizio: si innalzarono nuove città e al loro interno terme, teatri, acquedotti o edifici pubblici. Inoltre, da perfetto umanista, raccolse numerose opere d’arte nella mastodontica Villa Adriana: una delle tante opere commissionate da lui,(tra le quali il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo merita un posto d’onore).

Tutte le strade portano” al Castel Sant’Angelo
Roma: Museo Nazionale di Castel Sant'Angelo.
Fotografia di Gennaro Parente, dal suo profilo Instagram https://www.instagram.com/gennypa91/?hl=it)

Gli abitanti di Roma hanno sempre considerato il Tevere come “l’anima” della città, (termine inteso in tutte le sue sfaccettature). Infatti, il fiume seduce ogni giorno i romani per la sua bellezza, per la sua storia, (come non ricordare tutte le leggende legate al suo nome); mentre la ricchezza delle sue acque dà la possibilità di sfruttare le risorse idriche della zona. Ed è proprio su questa vasta distesa che si specchia da anni il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo. Fu proprio Adriano a commissionare l’opera all’architetto Demetriano: un mausoleo funebre per sé e i suoi familiari. In origine si chiamava Mole Adriana, nome conservato fino al 590, periodo non florido per la città, in quel tempo vittima di una pestilenza.

Il miracolo divino che diede l’attuale nome al castello

Per salvare Roma dal male che la minacciava, si organizzò una processione penitenziale, in cui l’intervento divino fece da protagonista. Infatti, in prossimità del mausoleo, apparve al pontefice Gregorio Magno l’arcangelo Michele, mentre rinfoderava la sua spada. Fu subito interpretato come simbolo di rinascita, ossia rinascita di Roma da quella peste che aveva causato sicuramente molte morti, terrore e pianti. Da questo avvenimento deriva il nome attuale del castello e l’ubicazione di angeli su alti basamenti, ai due lati dell’ingresso dell’edificio.

Uno dei tanti angeli del Museo Nazionale, (RM). 
Fotografia di Gennaro Parente.
Fotografia di Gennaro Parente, dal suo profilo Instagram https://www.instagram.com/gennypa91/?hl=it

Oggi, attraversare la strada che conduce al Castello, scortati da questi imponenti angeli, regala sicuramente una sensazione di serenità, pace e sicurezza. Proprio quella stessa sicurezza che provò Clemente VII all’interno delle mura del castello o quella che diede Adriano ai suoi cittadini. Infatti, l’imperatore al suo tempo fortificò le difese ai confini e fece costruire anche un muro di difesa: il ben noto Vallo di Adriano. Quindi, i tanti cittadini e turisti in visita di quest’opera, potranno tornare indietro nel tempo, alla scoperta di chi cambiò realmente l’aspetto dell’Impero Romano. Un avvenimento sicuramente ben gradito.