Come vive la comunità cristiana i quaranta giorni prima della Pasqua? Vediamolo insieme!
La Quaresima è il periodo che precede la Pasqua. Per i fervidi credenti è un lungo momento di riflessione su sé stessi e di redenzione dai propri peccati. Comincia con il “Mercoledì delle Ceneri”, così denominato per il segno della croce posto sulla fronte dei fedeli, con le ceneri delle palme usate l’anno precedente, proprio per celebrare la “Domenica delle Palme”. Chi segue in maniera ligia i precetti quaresimali, digiuna sia il giorno delle Ceneri che il “Venerdì Santo” – giorno in cui si commemora la Passione di Cristo – e si astiene dal consumo di carne ogni venerdì. La Quaresima non è solo un periodo di silenzio e di attesa come si potrebbe pensare: girando per vari paesi si possono scoprire davvero curiosità sorprendenti.
In Italia, ad esempio, ci sono alcune piccole comunità che rendono la Quaresima quasi bizzarra e a tratti, esilarante. A Formimpopoli, in provincia di Forlì-Cesena, in Emilia-Romagna, dal 23 al 30 marzo, viene messa in scena la “Vcazia”, ovvero la Quaresima impersonificata in un fantoccio con le sembianze di una vecchia, che nella piazza centrale viene – letteralmente – segata a metà dai boia con una gigantesca sega usata dai boscaioli: dal ventre della megera spuntano dolci e balocchi come segno di prosperità.
Invece, in Calabria, la Quaresima è rappresentata da bambole di pezza chiamate “Corajisime”. Vestite di bianco e nero, nella parte bassa (quella dei genitali femminili) portano un limone o una patata o un’arancia selvatica attorno ai quali si inseriscono sette penne di gallina di cui sei bianche ed una nera o colorata: tali penne indicano la “quarantena”, il tempo in cui ci si astiene dai rapporti sessuali che, appunto, corrisponde a quaranta giorni.
Rimanendo sempre in Italia ed in tema di bambole e Quaresima, a Irsina, in provincia di Matera, sette “pupattole” completamente in nero vengono esposte come sette sorelle orfane: ogni domenica ne scompare una.
Cambiamo paese – per non dire continente – e spostiamoci in Africa, esattamente a Lagos, capitale della Nigeria. Pensate che musica, balli e travestimenti siano peculiarità esclusive solo del Carnevale? Assolutamente no! Nella capitale nigeriana, durante la “Settimana Santa”, l’ultima di Quaresima, viene organizzata una parata in costume che potrebbe ricordare il carnevale di Rio de Janeiro e diversi concorsi di bellezza. Nulla di più lontano dal tipico rigoroso silenzio religioso, insomma!
Dopo la scoperta del Nuovo Mondo, la pratica del digiuno Quaresimale richiedeva una revisione perché i fedeli americani avevano bisogno di mangiare. Così, il vescovo della regione canadese del Québec ottenne il permesso di ridefinire i castori, presenti in abbondanza nelle acque canadesi, come “pesci”: si riuscì, così, ad aggirare il divieto di consumo di carne. Anche il topo muschiato, che passava molte ore in acqua, fu ridefinito un pesce così come, in America Latina,il capibara, il più grande della famiglia dei roditori, presente soprattutto nelle paludi. Ancora oggi, in alcune regioni del Canada è rimasta viva l’usanza di cibarsi di castori durante la Quaresima – uno dei piatti forti è la “coda di castoro” – e nella parte settentrionale del Sudamerica quella di gustarsi prelibatissimi ratti.
Infine, in Gran Bretagna ed in alcune delle sue ex colonie come il Sudafrica, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’India, vengono consumati dei piccoli panini dolci privi di latticini sui quali viene contrassegnata una croce, emblema della crocifissione di Gesù Cristo, in cui ci sono spezie che sono simbolo di quelle usate per la sua imbalsamazione: questi panini sono gli “Hot Cross Buns”. Tradizione esportata dagli inglesi, probabilmente sono tra i panini più consumati al mondo. Quello classico è fatto da farina, zucchero, uova, cannella e noce moscata, arricchiti da uvetta o uva sultanina; tuttavia, è possibile trovarne di diverse varianti – all’arancia, al cioccolato, al caffè, etc. – e, anche se il consumo maggiore è proprio durante il periodo quaresimale, non si fa fatica a trovarne in altri periodi dell’anno.
Il fugace sguardo sul mondo durante la Quaresima si conclude qui. Ricordiamo di valorizzare le nostre tradizioni senza precluderci a vari e possibili aggiornamenti qualora fossero necessari ma, soprattutto, siamone orgogliosi e andiamone fieri.