Ai classici rifiuti se ne aggiungono degli altri dalle forme irregolari. Sono i detriti, ossia parti di razzi, sonde e satelliti in disuso. Sono altrettanto pericolosi e vanno “smaltiti”. Ma in che modo?
Immaginate che un giorno vi dicano “le spese per i rifiuti spaziali ammontano a 120 euro”. Insomma alle varie bollette si aggiungerebbe anche la tassa sui detriti e sulla spazzatura spaziale. D’altronde perché non dovremmo pagare quello che produciamo e causiamo noi?
Ma cos’è la spazzatura spaziale?
La spazzatura spaziale è composta da detriti, ossia quei residui lasciati dai satelliti durante le missioni spaziali. Altri sono invece parti di razzi, sonde, pannelli solari et altri simili. Le loro dimensioni non sono elevate, infatti i più grandi arrivano massimo a 10 cm.
Ma che siano grandi o piccoli questi detriti sono davvero troppi e volendo metterli sulla bilancia ammontano all’incirca a 9.200 tonnellate. Un peso esorbitante che potrebbe colare a picco su di noi in qualsiasi momento.
Dove si trovano?
Alcuni di questi sono in orbita bassa, vicini alla terra e dunque possono attraversare facilmente l’atmosfera terrestre. Altri essendo più lontani potrebbero restare in orbita per anni, anche secoli.
Perché sono pericolosi?
I detriti più grandi possono raggiungere la velocità di 29 mila km/h il che li rende ovviamente più pesanti. Di conseguenza il loro impatto con altri corpi potrebbe risultare devastante. Infatti non solo questi rifiuti possono scontrarsi tra loro generandone degli altri, ma potrebbero distruggere anche un intero veicolo spaziale.
Questa circostanza rende pericolose anche le future missioni spaziali, perché i detriti potrebbero imbattersi in un satellite in funzionamento, mettendo a rischio anche gli eventuali astronauti al suo interno.
Quale potrebbe essere il risultato?
Una seconda galassia in cui la luminosità delle stelle è sostituita da quella plastica dei detriti. Ed anche il segno zodiacale del sagittario, spesso rappresentato come un centauro, potrebbe subire dei colpi. Infatti questo essere mitologico potrebbe realmente impugnare una freccia, ma questa volta di latta.
Al di là di queste congetture fantasiose, la spazzatura spaziale con i suoi detriti ostacola realmente la visione. Infatti per gli esperti sta diventando sempre più difficile osservare il cielo.
Come risolvere la situazione?
Con 6 lettere: ADRIOS. Potrebbe sembrare il nome di una nuova costellazione, si tratta invece di un nuovo progetto, nell’ambito del programma Space Safety. I due sottoscrittori sono:
- ESA, l’agenzia spaziale europea;
- ClearSpace SA, una società spin-off dell’EPFL (Ecole Polytechnique Fédérale) di Losanna.
Nel 2020 le due forze in gioco hanno siglato un accordo, che vede il coinvolgimento di ben 86 milioni di euro. L’ESA condurrà la missione iniziale, mentre ClearSpace SA finanzierà il resto dell’impresa, servendosi dell’aiuto di alcuni investitori commerciali.
Qual è l’obbiettivo?
L’obbiettivo del progetto è quello di eliminare un detrito con una massa di 112 kg, dal nome simpatico di Vespa. Si tratta di un adattatore di carico utile del Vega, ossia un dispensatore utilizzato per trasportare aggregati di piccoli satelliti. Si trova nello spazio dal 2013, quando in seguito al lancio di un razzo Vega si staccò dal resto della struttura. Attualmente gravita ancora in orbita e verrà estromesso definitivamente nel 2025.
In che modo?
Tramite ClearSpace, un veicolo che con i suoi quattro bracci robotici afferrerà il “nemico“. In seguito entrambi perderanno quota bruciando nell’atmosfera terrestre.
Cosa significa tutto questo?
Noi ci auguriamo che sia l’inizio di una vasta pulizia spaziale, evitando così che la generazione contemporanea e quella futura debbano pagare un prezzo troppo alto.
Vogliamo, infine, invitarvi a pensarci su prima di gettare dal finestrino una carta, prima di pestare col piede il mozzicone scaraventato a terra, e in generale, prima di vessare la natura, perchè ora a piangere non è solo Madre Terra, ma anche ciò che la circonda, solo noi possiamo (e dobbiamo) fermare queste lacrime!
All’epilogo dell’articolo, ci piace lasciarvi con una frase tratta dal film The Butterfly Effect, che crediamo si adatti bene alla situazione:
“si dice che il minimo battito d’ali di una farfalla sia in grado di provocare un uragano dall’altra parte del mondo”. 🦋
Dunque evitiamo che questo uragano stravolga improvvisamente la nostra esistenza! Perché l’uomo ha già inquinato il mare con una ondata di rifiuti, ed oggi anche lo spazio ne risulta compromesso.