10 artisti, 10 sculture, 10 messaggi per un unico luogo incantato: il Vesuvio
Se siete amanti dell’arte contemporanea e della natura che prende forma e si evolve, dovete visitare il museo a cielo aperto “Creator Vesevo”, situato lungo le pendici del Vesuvio. Si tratta di 10 sculture in pietra lavica, che il comune di Ercolano ha commissionato a 10 artisti di varie nazionalità. Altre menti creative coinvolte nel progetto sono lo scrittore Jean-Noël Schifano, in quest’occasione direttore artistico, e l’architetto Massimo Iovino, coordinatore del Programma Urban Herculaneum. La mostra è stata inaugurata il 29 ottobre 2005. Da quel momento in poi il Vesuvio racconta una storia, in cui il supporto scrittorio muta in pietra, mentre la penna diventa lo scalpello.
Creator Vesevo: cosa vuole comunicare questa esposizione?
L’obiettivo è valorizzare una meraviglia del nostro paese, ossia il Vesuvio, una grande meta turistica. Infatti una statistica effettuata nel 2018 rivela che nel corso di quell’anno si sono registrate 665.945 presenze, solo sul sentiero N°5 del Parco Nazionale del Vesuvio. Un numero impressionante. Tra i motivi possiamo annoverare la possibilità di fare escursioni in compagnia, la brezza che regala anche nella stagione estiva o la vista mozzafiato. Insomma si tratta di un Paradiso in terra, sebbene una sua eruzione possa diffondere ovunque panico e fiamme. Questo rapporto ambivalente tra morte e vita si riflette anche in questo progetto. Infatti, la lava del “Sterminator Vesevo”, che nel 79 d.c. ha distrutto due città, oggi crea nuove figure. Ma quali sono?
Olanda – Mark Brusse: Listening with the eyes
Al centro della rotatoria che conduce al Vesuvio, ci attende un gigante in pietra. A colpire sin da subito sono i suoi enormi occhi, che sembrano darci il benvenuto.
Mark Brusse è stato molto attento a non escludere nessuno: infatti il gigante ha quattro occhi, due per lato. Tuttavia il suo sorrisino beffardo ci rivela che potrebbe scacciarci in un secondo. Dunque potrebbe rappresentare il Vesuvio stesso, in grado di attirare l’uomo verso le sue terre, nonostante la sua pericolosità.
Spagna – Miguel Berrocal: torso del Vesuvio
Un’altra umanizzazione del Vesuvio, questa volta sprovvisto di testa, la vediamo nel torso realizzato da Miguel Berrocal. Le linee eleganti e raffinate gli conferiscono leggerezza, ma in realtà l’intera struttura pesa 24 tonnellate. Pensiamo che si tratta dell’opera più pesante dell’artista spagnolo.
Italia – Lello Esposito: gli occhi del Vesuvio
In seguito non poteva mancare il volto di Pulcinella, l’icona partenopea per accellenza. La maschera può assumere svariati significati, tra cui quello dell’uomo umile e sventurato, ma che affronta la vita sempre con il sorriso. La particolarità dell’opera sta nei suoi occhi, due fori, tramite i quali si può ammirare l’intero panorama. L’invito è quello di assumere la mentalità di Pulcinella, ossia divertente, spensierata, libera da quei pregiudizi che solitamente attanagliano il popolo partenopeo. Infatti il meridione non è costellato unicamente da aspetti negativi, come erroneamente si pensa o si vuol far credere. Ma esistono altre meravigliose realtà, che la rendono meno amara, in un connubio continuo di odio e amore.
Francia, Argentina – Antonio Segui: Icaro
L’avventura di Icaro ci insegna che non bisogna essere troppo presuntuosi, di essere consapevoli dei propri limiti ed ascoltare chi è più esperto di noi. Antonio Segui scolpisce l’epilogo di questo mito in un masso, in cui sono visibili solo le gambe del giovane. A colpire è il tratto fumettista che l’autore ha conferito al monumento, dando un’idea di comicità. Anzi, per chi vede l’opera da lontano può pensare che Icaro si sia calato appositamente nella pietra. Che stia cercando la sua testa, volata via in qualche punto indeterminato del Vesuvio?
Francia, Jugoslavia – Vladimir Velickovic: l’antenato
Ed ecco che, in seguito ad un torso e a delle gambe, compare una testa. Ovviamente non è quella sbadata di Icaro, ma si tratta dell’opera di Velickovic, un enorme teschio adagiato sulla terra nuda. Con la bocca spalancata e i denti in primo piano, sembra che voglia coinvolgere lo spettatore nel suo dolore, misto a terrore e preoccupazione. Per questa scultura, parte del progetto Creator Vesevo, l’artista si distingue dagli altri, in quanto non inscena il Vesuvio ma la sua vittima.
Germania – Johannes Grutzke: il Tempo inesorabile
La stessa atmosfera si riflette nell’andamento di un’altra identità. Si tratta di un uomo, forse stanco di fuggire dai lapilli, consapevole del poco tempo che gli resta. Eppure non rinuncia al suo ruolo di genitore, infatti appare in procinto di difendere il figlio, nascondendolo dietro il suo collo. Tuttavia per i più romantici potrebbero essere anche due sopravvissuti, che dopo la tragedia si abbracciano, diventando uno parte dell’altro.
Francia – Deni Monfleur: face au Vésuve
Un altro gioco di vedo non vedo è nell’opera di Denu Monfleur. Qui ad accoglierci è una famiglia, in cui i genitori hanno il volto coperto dalle cerate medievali. Quest’elmo protettivo, insieme alle pose rigide ed innaturali, li disumanizza. Ma ancora una volta incombe la vita, sia nel ventre gonfio della donna e sia nel bimbo che si nasconde dietro la sua gonnella. Infine, da notare è che ognuno guarda in una direzione diversa, come se fossero attratti da misteriosi richiami.
Islanda – Ruri: terra Vivax
Un’opera commemorativa è invece Terra Vivax, di Ruri, l’unica donna del gruppo. Si tratta di un cono a forma sferica in perfetto equilibrio su una lastra di lava. Su di essa vengono riportati i nomi dei più famosi vulcani del mondo.
Portogallo – Dimas Macero: totem
In etnologia il simulacro del totem può incarnare un unico essere o un insieme di figure. Solitamente viene elogiato, poiché considerato uno spirito protettivo. Immaginiamo che adesso sia una sorta di sonda, pronta a rivelarci qualsiasi movimento del gigante dormiente. D’altronde ha le mani rivolte verso il cielo, in atto di chiedere pietà.
Grecia – Alexander Fassianos: l’angelo del fuoco
Ormai stanchi e anelanti, il nostro cammino termina con l’angelo del fuoco. Questa figura incastonata nella pietra infonde una sensazione di serenità. Motivo sono i tratti semplici e i gesti delicati, come l’atto di passarsi la mano tra i capelli o il suo soffio!
Di seguito una sua fotografia, insieme alle altre suggestive sculture della mostra “Creator Vesevo”, nata per valorizzare un nostro tesoro inestimabile come il Vesuvio.
Per poter prenotare una visita e vedere la mostra “Creator Vesevo”, visitate la pagina del sito, cliccando qui. Oppure visita la loro pagina Instagram e Facebook. In questo modo potrete conoscere tutte le info su costi, sugli orari o sui percorsi che si possono effettuare.