A brevettare il famoso cornetto Algida fu la gelateria napoletana Spica che mai (dicono) avrebbe immaginato così tanto successo
Con l’avvicinarsi dell’estate oltre al sole, al mare, l’abbronzatura e i capelli ondulati, non può mancare un bel gelato, che ci rinfresca e delizia il palato!
Ce n’è per tutti e per tutti i gusti: artigianali, confezionati, sul cono, in coppa, con panna, topping al cioccolato e praline al cocco… insomma chi più ne ha più ne metta. Grandi e piccoli non ci rinunciano e, soprattutto durante la bella stagione, c’è la corsa ai supermercati per comprare gelati alle migliori offerte.
Tra i vari cornetti-gelato, esistenti in commercio, il più popolare, icona di tutti i tempi, è senza dubbio il cornetto Algida.
Sapevate che “il cuore di panna” ha origini partenopee?
Nasce nel 1959, il suo slogan è un cornetto ricoperto di panna e scaglie di cioccolato, ma nel tempo, per i più golosi, sono stati proposti diversi gusti (caramello, fragola, amarena, pistacchio). È praticamente impossibile che qualcuno non lo conosca perché è un must irrinunciabile dell’estate.
Un simbolo di spensieratezza, degli amori nati in spiaggia, dei check sound in attesa dei concerti, dei giri in motorino coi capelli al vento: chi non ha mai fatto queste cose mentre gustava il suo cornetto o per andare a gustarlo? E di questa icona estiva, Napoli ne vanta la casa di origine, grazie all’intuizione della gelateria Spica, sita in via Emanuele Gianturco. Ovviamente, ne passò di acqua sotto i ponti prima di giungere alla tradizionale forma (e gusto) che conosciamo oggi!
Inizialmente l’idea del cono in cialda nacque per risolvere una problematica di carattere pratico: spesso i bicchieri usati per i gelati si rompevano o non venivano restituiti. Fu Frederick Bruckmann a inventare una macchina capace di arrotolarli meccanicamente. Ma, Il cono non poteva ancora essere impiegato nella produzione di gelati su scala industriale, andava perfezionato, perché la crema finiva per inzupparlo rendendolo fradicio.
Il goloso rimedio della gelateria Spica.
Queste ricerche, atte a trovare una risoluzione del problema, durarono anni ma si rivelarono inutili, fino al 1959 con l’invenzione di Spica. Questa gelateria ebbe un colpo di genio, quella di inserire all’interno del cono uno strato di cioccolato in modo che la cialda facesse da isolante. Formato da un amalgama di olio, zucchero e cioccolato, faceva sì che il gelato non entrasse in contatto con la parte in wafer lasciandolo asciutto e croccante. Diremo rendendolo ancora più accattivante al nostro palato.
Spica associò il gelato alla crema di latte al suo cono sul quale fu apposta copertura al cacao magro con granelle di mandorle e nocciole: un connubio perfetto! La commercializzazione del cornetto inizio nel 1961 e restò una sua esclusiva per 15 anni.
Il cornetto Algida prende piede a livello mondiale
Nel 1976 la Spica fu acquistata da Unilever. Il colosso anglo-olandese aveva già rivelato l’Algida (che allora non si chiamava così) 2 anni prima, così il cornetto venne lanciato su scala mondiale ottenendo risultati immediati in termini commerciali.
Cuore di panna o meno, made in Napoli o in New York, il gelato è un alimento gradito a tutti, un pasto completo ed equilibrato e mangiarlo riconduce alla tenera dimensione fanciullesca, come ebbe a dire anche Luciana Littizzetto: “non prediamo il gelato nella coppetta per poi fare quel mescolino che mette tristezza. Meglio il cono che fa colare il gusto malaga giù per il braccio ma è anche l’unico modo che ci è rimasto per tornare bambini”.