L’uomo comincia a raccontare per immagini molto presto, tracciando disegni e pitture sulle pareti di grotte sotterranee e successivamente su tavolette, papiri o carta.
I libri sono quindi illustrati ben prima dell’invenzione della stampa di Gutenberg (1455).
Nella Grecia e nella Roma antica si illustravano già le opere di Omero e Virgilio con graziose miniature e i primi metodi di riproduzione usavano il legno e l’incisione, ovvero la xilografia, nota dal XII sec. e utilizzata dal XIV, per imprimere immagini su supporti vari e poi sulla carta, “inventata” almeno già dal VI secolo in Cina. Nel XV secolo nacquero diversi testi dedicati ai bambini, sempre con finalità pedagogiche e didattiche.
L’illustrazione mette in luce il significato di un concetto e racchiude in sé il senso di ciò che stiamo guardando e che, quando può, va anche oltre le parole scritte.
Grande fortuna ebbe in Europa il Book of courtsey (1477), contenente poemetti rimati per il comportamento del bambino saggio, realizzato dal primo stampatore inglese William Caxto, o anche il Kunst und Lehrbüchlein (libro d’arte per l’apprendimento dei giovani) del 1580 e o versioni illustrate della Bibbia e libri scolastici destinati all’alfabetizzazione.
Tuttavia l’illustrazione per l’infanzia nasce ufficialmente nel 1658 a Norimberga con la pubblicazione dell’Orbis Sensualium Pictus (Il mondo figurato delle cose sensibili) scritto e illustrato da Jan Amos Komenskrý, meglio conosciuto come Comenio.
L’autore proponeva di raccontare il mondo ai bambini principalmente attraverso la potenza comunicativa delle immagini. Il testo, ridotto a semplice nomenclatura, accompagna le figure che rappresentano 150 soggetti che vanno dalle attività umane, come la vendemmia o la pesca, alle dimensioni metafisiche come l’anima o le religioni, tutto descritto con grande sintesi e vivacità.
L’educatore Comenio crea così il primo esempio di sussidiario destinato all’uso scolastico e appoggia il libro con le figure in quanto utile non solo nel contesto scolastico, ma anche in quello familiare e quindi decisivo nella prima infanzia. «Tutto è visibile per Comenio, sperimentabile, perché l’attribuzione di senso passa attraverso l’educazione allo sguardo alla visione, che prevede sempre una prospettiva sia per chi guarda, sia per chi indica, rappresenta, illustra, cioè ha il ruolo di rendere visibili e chiare le cose» dice Marcella Terrusi in Albi Illustrati.
Già per Comenio è quindi chiaro che l’esperienza del libro durante le prime fasi dell’infanzia pone le basi per un rapporto destinato a durare per sempre grazie alle immagini, amiche e alleate preziose.
In seguito si susseguirono abbecedari illustrati e apparati iconografici enciclopedici, come le tavole dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert che segnarono un momento fondamentale per l’evoluzione della potenza comunicativa delle immagini.
Ma l’illustrazione per l’infanzia assume una ricchezza e una forza straordinaria nell’Ottocento inglese a opera di grandi illustratori, decoratori, designer, stampatori e artigiani.
Un artista decisivo fu William Blake con la sua raccolta completa Songs of Innocence and of Experience: Shewing the Two Contrary States of the Human Soul. Pittore, incisore, poeta visionario e immaginifico, Blake dedica i canti dell’innocenza e dell’esperienza proprio ai bambini, caso unico fino ad allora e per molto tempo, e compone un’opera poetica di immagini e parole dove gli elementi espressivi si fondono, dove decorazione, illustrazione e calligrafia lavorano insieme.
Le pagine ideate da Blake sono infatti composte e gestite graficamente con grande perizia e testo e immagini vivono una relazione di grande interdipendenza.
Nel XIX secolo infanzia e libro illustrato assumono un ruolo destinato ad evolvere e innovarsi velocemente. Questo accade soprattutto in Inghilterra durante il regno della regina Vittoria: infatti, in epoca vittoriana, mentre il progresso industriale fa crescere la popolazione, nasce anche una nuova classe media, una middle-class affamata di libri e novità.
In questo contesto nascono i libri pensati, scritti e illustrati proprio per bambini: albi illustrati, fiabe e filastrocche, abbecedari e libri di poesia, nonsense e limericks, romanzi che inventano mondi dove può accadere di tutto.
Ma è nel Novecento che l’albo illustrato si avvicina definitivamente alla sensibilità del bambino e in Italia ciò avviene precisamente nel 1967 con la nascita della casa editrice Emme fondata da Rosellina Archinto.
Serena Palmese
Photo credits: Topi pittori