I corsi universitari sono alle porte e milioni di ragazzi sono in viaggio per andare in una città o una regione diversa. Sono gli studenti fuori sede, pronti ad inseguire le proprie passioni ed aspirazioni. E se questo salto nel buio può spaventare, perché lontani da mamma e papà, la vita fuori sede ha dei suoi vantaggi. Non parliamo strettamente di indipendenza o di crescita personale, ma di vivere in pieno una nuova città, apprendendone il dialetto, le sue superstizioni o i vari intrattenimenti.
1. Degustare le tradizioni culinarie
Con l’internazionalizzazione di oggi è facile conoscere la cucina tipica delle altre regioni. Pensiamo ad esempio ai cannoli siciliani o alla pizza, dichiarata dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità. Indubbiamente mangiarli nella città natia è tutta un’altra storia: infatti generalmente gli abitanti del luogo ne raccontano l’origine, l’etimologia della parola, insieme ai vari segreti di cottura ed ingredienti misteriosi.
Insomma, si tratta di un modo totalizzante per conoscere le tradizioni culinarie di un popolo. Intanto chissà se esiste un cibo portafortuna, da (de)gustare prima di intraprendere un esame universitario. Sicuramente esistono alcuni luoghi da evitare se si vuole arrivare al traguardo.
2. Conoscere le superstizioni universitarie locali
Stiamo parlando delle superstizioni universitarie locali. Conoscerle non solo è un gran toccasana, ma è anche una fonte di divertimento o (per i più temerari) di sfida. In molte città l’iter è simile: non visitare o vedere un monumento, il più delle volte “sacro”. Ad esempio nella città di Pisa non si deve salire sulla sua torre o girarci intorno. (In questo caso si rischia di diventare fuori corso). Stesso destino per Bologna, in cui si deve mantenere a distanza la Torre degli Asinelli. Invece nella città di Napoli è consigliabile non vedere il Cristo Velato, nel Museo Cappella Sansevero. Ma ne esistono delle altre meno conosciute. In particolare secondo gli studenti della facoltà di lettere e filosofia non si deve attraversare il chiostro della sua sede principale. (Via Porta di Massa, Napoli). Infine Padova dà anche una giustificazione storica: nel 1848, nel locale storico Pedrocchi, uno studente fu colpito da un proiettile. Dunque meglio non visitarlo!
Ovviamente non bisogna prendere alla lettera queste indicazioni. D’altronde come si può soggiornare tanto tempo nella città di Napoli e non vedere il Cristo Velato?
3. Conoscere dialetti diversi, modi di dire e parole curiose
Ogni città ha il suo dialetto, con parole bizzarre e simpatici modi di dire. Viverci per tanto tempo vi permetterà di conoscerle, arricchendo le vostre conoscenze linguistiche. All’inverso potrete diffondere anche la vostra parlata locale, per non dimenticare mai le vostre origini. Ma non è semplice distinguere le varie consuetudini, dunque potrebbero crearsi dei strani connubi. Immaginate ad esempio di pronunciare il proverbio napoletano “Nisciuno è nato imparato” (Nessuno è nato sapiente) con il tipico accento fiorentino.
Inoltre nel nostro dizionario potrebbero entrare termini del ramo universitario o suoi affini. Come libbru (libro in siciliano), làpisse (matita nera in fiorentino), attatisci (adattarsi -in questo caso nella nuova città- in basso cilentano) oppure cògoma (caffettiera -tanto amata dagli universitari- in veneziano).
4. Nuovi luoghi dove poter studiare
Pensiamo adesso un altro aspetto importante. Come studiare? In gruppo, in solitario o come nei film americani? Qui le ultime ore di studio diventano un quiz televisivo, in cui i protagonisti si fanno domande a raffica. Invece per la location si potrebbe andare alla ricerca di luoghi adattati per gli studenti, come le sale studio, librerie o biblioteche. In alcune città sono aperte anche di notte, come la Biblioteca del Campus di Ravenna. Oppure si potrebbe studiare all’aperto. Se ad esempio ci spostiamo nel comune di Portici, presso l’Orto Botanico della Facoltà di Agraria, si potrà godere della compagnia di gatti, oche e pensate anche pavoni!
5. Nascita di nuove amicizie
La vita fuori sede è anche un’occasione per conoscere nuove persone, che possono essere coinquilini, vicini di casa o studenti. Potrebbe nascere un’amicizia alla Joey e Chandler o come JD e Turk. (Se pensiamo già ad un futuro post universitario). Questi nuovi amici potranno farci da Cicerone. Infatti chi meglio di loro può conoscere i luoghi storici della città, i ristoranti tipici, le leggende del luogo o le feste in voga? Questo ovviamente non significa dimenticarci delle vecchie amicizie, perché un vero amico ti è vicino anche a chilometri di distanza!
6. Fare festa insieme
Ogni facoltà ha le sue feste. Per restare sempre aggiornati basta andare sulla bacheca della propria università e cercare il party giusto! Spesso si organizzano al suo interno, in qualche aula occupata dagli studenti. In ogni caso, se siete alla ricerca di raffinatezza potreste scegliere i Black & White o Total White, tipico della facoltà di economia e giurisprudenza. I Flower e Revival Party, invece, prevedono qualche colore in più. Qui, vestiti da happy si balla a ritmo di musica anni ’60 e ’70. Un’altra alternativa sono i Toga Toga, in cui tutti ne dovranno indossare uno.
7. “Preoccuparsi” delle nuove amicizie
Il giorno della laurea può diventare davvero imbarazzante. In alcune città esistono delle usanze volte a mettere in ridicolo il neodottore. Come per la città di Padova, in cui i riti goliardici hanno in realtà uno scopo morale. L’idea è di rimandare all’umiltà e di ricordare che la laurea è un punto di partenza e non di arrivo.
Il rito dei Papiri
Un rito molto antico è quello dei Papiri, ossia dei grandi fogli di carta in cui gli amici ritraggono alcuni momenti salienti della vita del laureando, ma in chiave caricaturale. Inoltre si aggiungono testi umoristici, che i malcapitati dovranno leggere ad alta voce, sotto gli occhi di tutti.
La stessa tradizione si è diffusa anche tra le gondole veneziane, ma con un tocco in più. Infatti, secondo la tradizione, i laureandi potrebbero essere colpiti da uova, maionese, farina ed altre sostanze simili. Per fortuna esistono anche altri eventi più suggestivi ed emozionanti. Ad esempio l’università Ca’ Foscari regala ai suoi studenti il lancio del tocco (tipico capello universitario) presso piazza San Marco, allestita appositamente per l’occasione.
8. Bonus per gli studenti fuori sede
L’ultimo aspetto è monetario. Le spese da affrontare fuori sede sono davvero tante. L’affitto, la spesa ed i trasporti oltre a quelli ordinari delle tasse, dei libri e degli esami extra. In nostro soccorso ci sono le borse di studio, ma di recente un altro vantaggio sono i bonus economici per gli studenti fuori sede per coprire le spese di affitto. Si tratta di un nuovo fondo, introdotto dalla legge di bilancio 2021. L’intento è sostenere tutti quei ragazzi che sono in una città diversa, che possono essere disorientati, a tratti nostalgici ed emozionati, ma con un grande punto in comune: sono determinati e seguono i loro sogni, anche se a chilometri di distanza.
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